“Oggi, a distanza di 11 anni, possiamo dire con certezza che l’assassinio di Anna Politkovskaja è un caso irrisolto. E tale resterà domani e nei giorni a venire”. Inizia così il duro editoriale di Novaja Gazeta in occasione della ricorrenza dell’omicidio della giornalista, uccisa il 7 ottobre 2006 a Mosca, nell’androne di casa. I mandanti del delitto non sono mai stati trovati. O meglio, non sono mai stati cercati veramente.
AnnaViva vi propone qui di seguito un breve estratto delle parole scritte dalla redazione per la quale Anna raccontava gli orrori della guerra in Cecenia, senza mai aver paura di scrivere e denunciare ciò che vedeva coi propri occhi.
Il caso resta irrisolto. “Le motivazioni non sono da attribuire alla debolezza del sistema giudiziario. Sono di tipo politico”. …
“Possiamo trarre una sola e unica conclusione: la ricerca del mandante occupa l’ultimo posto nella scala di priorità del potere russo. E ci sono persone che occupano posti strategici che ne conoscono il nome. Questo è stato chiaro sin da subito, o almeno da quando (meno di un mese dopo l’assassinio), alti funzionari di ministeri, investigatori e persino il presidente ceceno Ramzan Kadyrov si sono affrettati a dire di conoscere il nome del mandante dell’omicidio della giornalista della “Novaja”. E hanno affermato che si trattava di uno degli oligarchi che vive all’estero e che sta organizzando un piano per destabilizzare la Russia.
Quel nome, poi, è stato fatto pubblicamente. E, inutile dirlo, non ha sorpreso nessuno. La responsabilità del delitto è stata attribuita a Berezovsky (trovato morto nel bagno della sua residenza vicino ad Ascot, Regno Unito, nel 2013. ndt)