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Al Festival del giornalismo di Perugia arriva Il complotto di Chernobyl

Il film Il complotto di Chernobyl uscirà il 7 aprileIl Festival di giornalismo di Perugia (6-10 aprile 2016) ospita la proiezione del film Il complotto di Chernobyl (The Russian Woodpecker) di Chad Gracia, vincitore del Gran Premio della Giuria a Sundance Film Festival 2015 e del Premio Hera “Nuovi Talenti” per la migliore opera prima al Biografilm 2015.

L’appuntamento è al Cinema Postmodernissimo di Perugia mercoledì 6 aprile alle ore 20.30. Ingresso gratuito.

La pellicola sarà distribuita in Italia da Wonder Pictures a partire dal 7 aprile.

Il complotto di Chernobyl

A 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, il film di Chad Gracia ripercorre la vicenda dando una nuova luce sui fatti. Sappiamo che la causa è stata un errore umano ma se non si trattasse davvero di un errore, di una casualità?

A indagare è Fedor che nell’anno dell’incidente, il 1986, aveva solo quattro anni. Il giovane scopre l’esistenza della Duga, un’antenna che doveva ostacolare le comunicazioni in Occidente e permettere alla propaganda sovietica di infiltrarsi.

IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL – THE RUSSIAN WOODPECKER

(Ucraina, Stati Uniti, Regno Unito/2015/82′) di Chad Gracia

Estendere le sanzioni alla Russia? L’Italia si smarca

BRUXELLES, 9 dicembre (Reuters) – L’Italia ha chiesto di poter discutere ulteriormente all’interno dell’Unione Europea sull’estensione delle sanzioni alla Russia, invece di dare il via libera automatico alla riunione degli ambasciatori Ue di oggi.

L’Italia chiede discussioni in materia – La riunione avrebbe dovuto approvare senza alcuna discussione il prolungamento di altri sei mesi delle sanzioni, imposto a Mosca nel 2014 per la crisi in Ucraina, sull’onda dell’accordo tra leader europei (compreso Matteo Renzi) a margine della riunione del G20 il mese scorso in Turchia. Secondo alcuni diplomatici l’Italia non ha gradito la decisione di porre la questione delle sanzioni come un punto minore nell’agenda odierna.
“Abbiamo chiesto una discussione sulla materia”, ha detto Tiziana D’Angelo, portavoce per la rappresentanza italiana presso la Ue.

Le sanzioni scadono il 31 gennaio 2016 – Mantenere l’unità è cruciale per l’impegno europeo di far pressione su Mosca perché sostenga l’accordo di pace e la fine del conflitto tra il governo ucraino e i separatisti sostenuti dalla Russia nell’Ucraina orientale, che finora ha provocato la morte di oltre 9.000 persone.
Dopo aver già varato sanzioni contro singoli individui coinvolti nel conflitto, con divieti d’ingresso e congelamento dei beni, la Ue, insieme agli Usa, ha imposto sanzioni
economiche sulla Russia a partire dal luglio 2014, contro il settore energetico, quello bancario e quello della difesa. Le sanzioni scadono il 31 gennaio 2016.

Alcuni diplomatici hanno detto a Reuters che gli ambasciatori dei 28 Paesi Ue potrebbero cercare di far passare il punto domani dopo una breve discussione, o che potrebbe esserci un accordo a livello di ministri in un vertice fissato per il 14 dicembre a Bruxelles.
Ma altri diplomatici presenti alla riunione di oggi dicono che è intenzione di Renzi discutere della questione direttamente al summit dei capi di Stato e di governo del 17-18 dicembre,
come detto dal ministro degli Esteri Paolo Gentloni nei giorni scorsi.
A Bruxelles c’è il timore di una ripresa delle divisioni tra i Paesi su come affrontare la Russia, il principale fornitore di energia dell’Europa. Gli argomenti principali del vertice del
17-18 dicembre saranno il negoziato con la Gran Bretagna perché resti nella Ue e le misure per contenere l’immigrazione irregolare.

Favorevoli e contrari – A favore delle sanzioni premono in particolare i Paesi dell’Est Europa, mentre Italia, Cipro e Ungheria ritengono che il dialogo sia più importante che punire il Cremlino.
Secondo la portavoce italiana D’Angelo non è necessario che la questione delle sanzioni venga discussa a livello di capi di Stato e di governo: “Pensiamo che sia un argomento importante e
che meriti alcmeno un rapido scambio di punti di vista”, ha detto, “anche se non c’è disaccordo sulla sostanza”.
(Robin Emmott e Gabriela Baczynska)

Documentario “211: Anna” e incontro coi registi 

 22 ottobre 2015 –  L’Associazione Annaviva presenta il documentario 211: Anna (90’, Italia, 2008), sulla figura di Anna Politkovskaja. Introducono e commentano la proiezione i registi del film: Giovanna Massimetti e Paolo Serbandini. 

  •  Ore 18 teatro Out Off, via Mac Mahon 16. Ingresso gratuito.

  
211: Anna (90’, Italia 2008) nominato Miglior documentario al David di Donatello 2009 e selezionato al Sundance Festival 2009 – ripercorre la vita e la carriera della giornalista uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006 mente si stava occupando del conflitto russo-ceceno.
Un numero e un nome danno il titolo del documentario: 211 sono stati i giornalisti e le giornaliste assassinati dalla caduta dell’Unione sovietica fino al 2006. La duecentundicesima vittima è proprio Anna Politkovskaja. 

Gli appuntamenti con Annaviva – per non dimenticare – continuano anche nelle prossime settimane: 

24 ottobre, ore 21, lettura scenica dei testi di Anna Politkovskaya al Teatro Out Off

Vi ricordiamo inoltre che il memorandum teatrale Donna non rieducabile con Elena Arvigo – testo di Stefano Massini, progetto di Elena Arvigo e Rosario Tedesco – resterà in scena fino al 25 ottobre. Sul sito del teatro Out Off i prezzi del biglietto e tutte le promozioni per assistere allo spettacolo.

Milano, 24 ottobre, lettura scenica dei testi di Anna Politkovskaya @TeatroOutOff1

L’associazione Annaviva, nata in difesa della libertà di stampa e dei diritti civili nell’Est Europa, vi invita il 24 ottobre al Teatro Out Off di Milano per assistere ad una lettura teatrale dei testi scritti da Anna Politkovskaja. Perché “coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”. 
C’è una frase di Anna Politkovskaja che ti ha colpito particolarmente? O forse il passaggio di un’intervista o l’incipit di un suo libro? Mandaci la tua segnalazione e creiamo insieme una drammaturgia collettiva.

Invia una mail a arvix@mac.com con il testo che ti sta più a cuore o che, secondo te, rappresenta l’essenza del lavoro di Politkovskaja. Elena Arvigo e Rosario Tedesco, insieme ad altri colleghi, organizzeranno per noi una lettura scenica. Quale modo migliore per onorare la memoria di Anna Stepanova se non fare in modo che le sue parole continuino a vivere? 

Gli appuntamenti con Annaviva – per non dimenticare – continuano anche nelle prossime settimane: 
15 ottobre – ore 18 al Teatro Out Off proiezione del documentario Letter to Anna

22 ottobre – ore 18 al Teatro Out Off proiezione del documentario 211: Anna

Vi ricordiamo inoltre che il memorandum teatrale “Donna non rieducabile” resterà in scena fino al 25 ottobre. Sul sito  i prezzi del biglietto e tutte le promozioni per assistere allo spettacolo.

Mikhail Khodorkovsky e Open Russia: “Attivismo sociale, non politica”

Mikhail KhodorkovskyNel suo ultimo post Mikhail Khodorkovsky spiega perché l’attivismo sociale è attualmente più importante per lui rispetto alla politica e parla dei suoi obiettivi personali e quelli di Open Russia.

Khodorkovsky insiste sul fatto che le persone sono più importanti delle risorse, che l’unico modo per la Russia ha per stimolare la crescita economica è quello di fare un salto tecnologico, che un governo spietato non è la stessa cosa di uno forte e come si può collaborare per una Russia prospera e aperta.

“Dovremo creare un sistema politico che non permette a un singolo individuo di concentrare un potere illimitato nelle sue mani. E un tale sistema può essere costruito solo nell’ambito di una società civile sviluppata. È per questo che sono impegnato nell’attivismo sociale piuttosto che nella politica.

Le forze di opposizione in questo momento non hanno un chiaro programma per il cambiamento. Il nostro compito deve essere quello di progettare un futuro in cui tutti vogliono vivere. La costruzione teorica del futuro è uno dei principali progetti di Open Russia. Stiamo progettando di arruolare i maggiori esperti provenienti dalla Russia e da tutto il mondo per contribuire allo sviluppo del nostro programma. In due anni presenteremo un programma a pieno titolo di trasformazione e di sviluppo.

Open Russia non è un partito politico. Abbiamo in programma di schierare i candidati della nostra parte. Allo stesso tempo, incitiamo il cambiamento e siamo pronti a prendere su di noi la creazione di infrastrutture che potrebbero correggere le distorsioni nel sistema elettorale. Organizzeremo un sistema di monitoraggio che non solo denunciarà, ma preverrà le frodi. Ci sarà anche la possibilità di offrire ai candidati il ​​supporto di esperti, aiutandoli a formulare programmi regionali, raccogliere firme e superare gli ostacoli proibitivi.

Noi non ci disinteressiamo di problematiche sociali ed educative e dedicheremo particolare attenzione alle discipline umanistiche.

Assistere i prigionieri politici è di fondamentale importanza, perché essi dimostrano, al sistema di applicazione della legge, che le regole possono essere infrante – e così facendo si estrapola questa pratica per la popolazione in generale”.

Testo originale: Medium.com

Mikhail Khodorkovsky commenta la morte di Boris Nemtsov

“Ancora una pagina terribile”

Boris Nemtsov

Mikhail Khodorkovsky ha pubblicato una dichiarazione sull’assassinio di Boris Nemtsov. Ecco la traduzione in italiano:

Hanno assassinato Boris. A cento metri dal Cremlino. Proprio nel cuore di una città inondata di migliaia di poliziotti e personale dei servizi speciali.

Oggi, siamo tutti in lutto. Tutti noi che conoscevamo e amavamo da anni questa persona vivace e coraggiosa. Questo deve essere un periodo terribilmente difficile per la sua famiglia, per sua madre. I miei pensieri vanno a loro. Abbiamo visto molti lasciarci. Ma ogni volta è come una pugnalata al cuore.

Per un anno l’odio ci ha allontanato da ogni posto. E ora ci sono molte persone – dai blogger fino al presidente Putin – che sono alla ricerca di nemici e si accusano a vicenda di intimidazione. Cosa ci è successo? Non siamo tutti concittadini, abitanti di uno stesso Paese? Dobbiamo vivere fianco a fianco, dopo tutto. Come possiamo odiarci così tanto?

So che per molti la morte di Boris diventerà come il Rubicone, un passaggio che cambierà l’intero Paese. Ma in che modo? Troveremo noi stessi in piedi ancora di più verso il baratro della guerra, tutti contro tutti, a tutto campo? O troveremo in noi la forza di capire che le differenze politiche non sono un motivo per smettere di agire come gli esseri umani? Creando un’atmosfera di odio, denigrando il valore della vita umana e banalizzando gli atteggiamenti violenti non stiamo forse distruggendo la nostra Russia?

Ancora una pagina terribile. Che cosa succederà, quale sarà la prossima pagina di questa storia dipenderà da ognuno di noi

Mikhail Khodorkovsky

Versione russa

Versione inglese

Anche Annaviva ha ricordato Boris Nemtsov ai Giardini Anna Poliktovskaja a Milano

“Nemtsov era un uomo libero e lo hanno ucciso”. Il ricordo di Denis Bilunov 

Denis Bilunov, amico di Annavia, ma prima ancora attivista e membro del movimento di opposizione russa Solidarnost fondato con Boris Nemtsov, ricorda così l’amico barbaramente assassinato a Mosca: 

“Boris, con la sua brillante biografia e la sua fantastica energia, conosceva una quantità infinita di gente. Verrà ricordato dalle belle parole di decine di migliaia di persone; da coloro che lo consideravano un amico, che lo sostenevano o che erano semplicemente conoscenti, da quelli con cui faceva kitesurf o coi quali aveva condiviso la cella di una prigione per 15 giorni. Con tutti loro Nemtsov ha trovato l’occasione per sorridere, scherzare, fare battute e citare aneddoti e, tra uno scherzo e l’altro, proporre idee che sono riuscite a conquistare i suoi interlocutori. 

Il suo brutale omicidio colpisce ancora di più perché è difficile incontrare al mondo una persona che ami così tanto la vita, in tutte le sue manifestazioni. Era solito dire che bisogna sopravvivere a Putin. Ma ora, con Boris disteso a faccia in giù sul marciapiede, questo non è più possibile! 

Nemtsov è stato il mio capo per circa due anni, insieme a Garry Kasparov. Hanno finanziato il movimento “Solidarnost” e io ne ero il direttore esecutivo. Ma considerarlo un capo era molto difficile. Si è sempre comportato in modo amichevole e la sua passione per la vita, il suo esuberante edonismo, hanno reso la nostra collaborazione qualcosa di ben diverso da un tradizionale rapporto di subordinazione. 

Entrai per la prima volta in contatto con Nemtsov quando ero a Sochi, nel corso della campagna per le elezioni comunali, quando dirigevo il suo quartier generale. Come al solito, le autorità non ci concessero l’utilizzo di uno spazio dove poter fare campagna elettorale e incontrare la gente e sottoposero a minacce e provocazioni tutti coloro che cercavano di aiutarci. Ma Boris non si lasciò scoraggiare. Anzi. Organizzammo la propaganda nei mercati e sulle spiagge. Nemtsov amava stare in mezzo alla gente e sapeva come radunare la folla e appassionare gli ascoltatori. 

Qualche tempo dopo, andai da Boris nella sua casa nella periferia di Mosca (era piuttosto modesta, aveva due stanze in affitto) per un incontro su questioni burocratiche che sarebbe dovuto durare circa mezz’ora. Passammo insieme il giorno intero: facemmo sport, andammo in sauna e sua moglie ci preparò la cena. Il tempo volò discorrendo di lavoro e di punti di vista sulla vita, attraverso battute e aneddoti tramite i quali, come al solito, Nemtsov non dimenticava di dettare la sua linea. 

Discutevamo spesso, e ancora più spesso Nemtsov discuteva con Kasparov, anche di inezie, ma poi Boris trovava sempre un modo per appianare le cose.


Al di là di tutto ciò, io credo che l’esperienza di Solidarnost sia stata molto importante: un’organizzazione dove non esiste un solo e unico leader, un piccolo esempio che serve da modello per il futuro della Russia. Non abbiamo bisogno né di zar, né di segretari generali, né di Napoleoni; é questo ciò che, al di lá delle ambizioni personali, avevano ben compreso Nemtsov e Kasparov.

Come è noto, nel dicembre 2011 Nemtsov ebbe un ruolo chiave nella decisione di trasferire il raduno da Piazza della Rivoluzione a piazza Bolotnaja. Se questo non fosse successo, forse avremmo potuto fare di meglio. Ma penso che Boris abbia agito solo in conformità con le sue convinzioni (e non perché stipulò un accordo dubbio, come qualcuno cerca di far credere).

Boris sembrava non temere nulla; in piazza era sempre al centro dell’azione, si esponeva nei discorsi pubblici criticando duramente il governo e, spesso, Putin. 

Per il suo ruolo, per il suo coraggio, Boris Nemtsov ha pagato il prezzo più caro. Era un uomo veramente libero e con sincerità voleva più libertà per noi e per la Russia. 

Era un uomo libero e lo hanno ucciso. A lui memoria eterna. 


(Traduzione di Pamela Foti, revisione di Marina Davydova)


Mosca: al posto del Maidan è giunto il Donbass. Boris Nemtsov è stato ucciso ai piedi del Cremlino

Nemtsov

 

Novaja Gazeta 28.02.2015

Boris Nemtsov è stato ucciso a Mosca. Gli hanno sparato a due passi dal Cremlino, sul ponte  Moskvoretsky, a trenta metri dalla discesa Vasil’evsky. Non serve esaminare la versione dell’accaduto che ha portato all’uccisione del politico. L’omicidio è stato un tremendo atto di terrore politico nella storia della nuova Russia. Adesso è condannato a diventare il simbolo di quel paese che abbiamo costruito negli ultimi quindici anni. Un paese nel quale le parole si scontrano con le pallottole e affogano nel sangue.

Il castello di carte della stabilità russa, che ha vacillato per tutto il 2014 è andato in fumo il 27 febbraio 2015.

Boris Nemtsov era conosciuto in tutto il paese. Giovane governatore della provincia di Nizhnij Novgorod negli anni ’90, è stato nominato come il successore di Boris Eltsin. Gradualmente i riformatori uscirono dal grande gioco governativo, ma Nemtsov, a differenza di molti altri, non lasciò l’arena politica. Nell’”Unione delle Forze di Diritto”, “Solidarnost’” e “RPR-Parnas” (Partito Repubblicano Russo) condusse le sue crociate contro la mancanza di libertà nel paese. Fu uno degli ultimi candidati indipendenti alle elezioni di Sochi, città delle olimpiadi, del 2009. In molti non lo amavano ma la maggior parte di coloro che lo hanno conosciuto ammettono: era un uomo giusto, dalle forti  convinzioni e coerente con esse.

Traduzione di Anna Agliati

Tornano le Pussy Riot. Pro Navalny

Il gruppo punk-rock femminista invita alla mobilitazione contro la condanna (politica) al blogger, oppositore di Putin. Condannato ha subito lasciato i domiciliari per andare a protestare sotto il Cremlino. Dove è stato nuovamente arrestato.
Mentre la crisi economica mette in ginocchio la Russia, il Cremlino cerca di mettere il bavaglio all’opposizione.

Khodorkovsky, 365 Days of Freedom

khodorkovsky liberoEcco alcune delle frasi più importanti pronunciate da Mikhail Khodorkovsky:

“We share European values, which are first and foremost values of a strong and just state with effective institutions and rule of law.” – Mikhail Khodorkovsky on Open Russia, a movement he founded this year.

“I have a responsibility towards civil society, the media and the people who helped get me released” he noted shortly after his release on December 20th, 2013.

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“[Not being with the family] That is my huge debt which I do not know if I will manage to give back.” Khodorkovsky’s mother Marina Khodorkovskaya, who ran Koralovo Lyceum and campaigned for her son’s freedom, passed away in August.

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(fonte foto web)
(fonte foto web)

“I want you to know that there is another Russia” he declared at Maidan. I believe that Russia and Ukraine have a common, shared European development path. And I wish you luck. Fight and you will overcome.” Maidan, Kiev

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“Mikhail Borisovich, you became a symbol of truth about today’s Russia, symbol of weakness of Russian ruling elites and symbol of Russian pride and honor, courage and hope” said Adam Michnik giving Khodorkovsky the award of Man of the year of Gazeta Wyborcza

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Since the launch of Open Russia on September 20th, more than half a million people have joined us on openrussia.org and participated in the Open Forums online and visiting the Open Lecture in Kaliningrad, St Petersburg, Voronezh and Ekaterinburg.

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“If it [becoming a President of Russia] appeared necessary to overcome the crisis and carry out constitutional reform, so as to redistribute presidential powers in favor of the judiciary, parliament and civil society, I would be ready to take on this part of the work.” Le Monde Festival, Paris

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“A return to the European values that lie at the foundation of the Euro-Atlantic civilization, – a mental and political return – is the starting point for the new political course that could help Russia work its way out of the historical snare it is now in.” Freedom House Awards dinner, Washington

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“The European path means fair laws, their honest (the same for all) application, and, unconditionally, regular rotation of those in power, without which neither the first nor the second can be ensured.” Council on Foreign Relations, New York.

“The Russian democratic movement is in need of sophisticated and considerate influence rather than continuous pressure on Russia and Europe and I hope that the European civil society will help us foster such a coordinated effort.” Forum 2000, Prague.

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What can we do for the political prisoners in Russia? It seems to me that the key words here are freedom and love for the Motherland, a sense of responsibility for our country’s future.” Oslo Freedom Forum

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“How much damage it [the current regime] can cause in this time and what will come after it depends on our joint efforts.” Meeting with Foreign Affairs Committee of the European Parliament, Brussels

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