Fa bene alla fine Vladimir Putin a ringraziare Facebook per avere eliminato le pagine che pubblicizzavano le manifestazioni che l’opposizione democratica sta organizzando in Russia per il 15 gennaio 2015. Quel giorno è prevista la decisione del tribunale sulla possibile condanna di Aleksej Navalny a 10 anni di carcere. Navalny, blogger anti-sistema, è uno dei principali oppositori al regime post-sovietico. Non importa quali siano le argomentazioni dell’accusa: in un paese dove manca la separazione tra politica e giustizia, questa serve solo a realizzare – penalmente – le volontà di chi comanda.
Per questo l’opposizione scenderà in piazza il 15 gennaio. Putin ha chiesto a Facebook di cancellare le pagine che pubblicizzavano quelle manifestazioni. E Facebook si è subito adeguata. Le manifestazioni non sono autorizzate perché è il regime che non le autorizza. Regime del quale Facebook si rende complice. Contro un’opposizione democratica e non violenta.
E non è la prima volta che il colosso dei social network si adatta alla censura putiniana. Nel solo 2014 sono stati ben 29 i contenuti rimossi da Facebook su richiesta del Cremlino. Che, di fronte a una crisi economica senza precedenti, ha sempre più paura.
Annaviva appoggia le manifestazioni delle opposizioni russe in sostegno di Navalny. E condanna il regime per la sua repressione e Facebook per il supporto.
Gli anni passano, le censure restano. Ma, come tutte le cose umane, prima o poi anche questo regime finirà.
Buon 2015 a tutti i democratici.
A tutti coloro che si oppongono ai regimi.
E alle loro patetiche censure.