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Annaviva per i giardini Anna Politkovskaja

Due ergastoli per chi uccise Anna. Ma chi ordinò il delitto?

Annaviva saluta con soddisfazione la decisione del tribunale di Mosca per l’omicidio di Anna Politkovskaja. I giudici russi hanno comminato l’ergastolo a due dei cinque assassini che hanno colpito la giornalista nell’ascensore di casa, il 7 ottobre 2006. Le due condanne a vita puniscono l’uomo ritenuto il killer, il ceceno Rustam Makhmudov e quello che sarebbe stato l’organizzatore dell’agguato, lo zio di di Rustam, Lom-Ali Gaitukayev.
Differenti le pene per gli altri tre imputati, che erano parte della banda che ha portato a termine l’esecuzione della giornalista (ovviamente senza scorta, malgrado minacce e avvelenamenti): i fratelli di Rustam, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov a 12 e 14 anni, l’ex agente di polizia russa Sergei Khadzhikurbanov a 20 anni.
I cinque erano stati ritenuti colpevoli da una giuria popolare a maggio.
Giustizia è dunque fatta, seppure in ritardo?
Crediamo di no.
Come dimostra quel che sta succedendo in questi giorni nell’est dell’Ucraina, parecchi sono i ceceni prezzolati che fanno i killer (o i soldati di ventura) a pagamento. Chi li paga?
E chi ha pagato per uccidere Anna, una delle voci più critiche verso la Russia di Putin?

Domande che ancora non hanno risposte e che temiamo non le avranno fino a quando questo regime non esaurirà il suo corso. Che come tutte le cose umane, ha avuto un inizio e avrà una fine.

Boston e la Cecenia

Maratona Boston ceceniaTrasmettiamo il comunicato di Save Chechnya Campaign in relazione con quanto successo a Boston nei giorni scorsi:

To:
President of United States of America, Mr Barack Obama
Vice President of United States of America, Mr Joe Biden
Secretary of State, Mr John F. Kerry
Secretary of the Department of Homeland Security, Mrs Janet Napolitano
Attorney General of United States of America, Mr Eric H. Holder, Jr.
Senators of Unites States Senate
Representatives of United States House of Representatives
Governor of Massachusetts, Mr Deval Patrick
Mayor of Boston, Mr Thomas M. Menino
Representatives of media organizations
Representatives of human rights organizations
Citizens of United States of America

21.04.2013
Paris

Subject: Boston Incidents

Dear Mr President,
Dear Mr Vice President,
Dear Mr Secretary,
Dear Mrs Secretary,
Dear Mr Attorney of General,
Dear Mr/Mrs Senator,
Dear Mr/Mrs Representative,
Dear Mr Governor,
Dear Mr Mayor,
Dear Sir/Madam,

We present our deepest condolences to the families of the victims of the monstrous terrorist attack in Boston. We share your sorrow and pain. There is no other nation that understands your feelings better than Chechens. We have lost more than hundreds of thousands innocent civilians, which includes tens of thousands children as a result of Russian state terrorism since 1994.

Unfortunately, since the identification of the suspects, we have seen a lynching attitude in the mass media toward the entire Chechen nation. The ethnic origins or religious beliefs of these suspects did not play any role in their crimes; it was simply an unacceptable act carried out by two individuals. We have never heard the ethnicity of criminals who have committed similar barbaric terrorist acts in the United States. However in this case, since the beginning, all around the world, we have heard on television and radio, we read in the newspapers and internet thousands of times these words together: “terrorists” and “Chechens”! There are many examples, but especially a former American ambassador to the United Nations, John Bolton’s words to the media describes the common ignorance and hate: “These people are killers! Make no mistake about it. Terrorism has been a way of life for those living in the region of Chechnya for years because of Islamic radicalism and a struggle for independence from Russia”.

Talking about the ethnic origins of these criminals only helps to solidify the worst stereotypes and brings a negative attitude towards the entire nation. As a fact, since April 19, we have received dozens of hate filled and revenge oriented messages from United States based IP addresses, and it concerns us that the lives of the ethnic Chechen minority in the United States are in danger and they may face racist attacks. Their friends, neighbors, classmates or colleagues will be suspicious of these innocent families, and for the rest of their lives they will be forced to explain that they are not terrorists and will always feel shame and like they are walking on a razors edge.

As human beings, we are afraid of what we don’t know. The recent tragic events once again confirm that the majority of world’s population does not have any idea about Chechens and the happenings in Chechnya; but from now on, we can change this, we can work together to establish peace, friendship and humanitarianism; as well as we may fight together against any form of radicalism, terror and other crimes. Please do not help form Chechenophobia, do not push us away, but thrust out your hands to help create a better world.

Sincerely yours,

Mairbek Vatchagaev, President of the Caucasian Studies Association (www.chechen.org)
A.Burak Oztas, General Director of the Save Chechnya Campaign (www.savechechnya.org)

Milano, approvato un giardino per Anna Politkovskaja e Gae Aulenti

anna-radio.jpgLe firme raccolte da Annaviva per realizzare un giardino in onore di Anna Politkovskaja hanno avuto successo. Trasmettiamo la felice notizia appena arrivata dal Comune di Milano:

Milano, 6 dicembre 2012 – La piazza e il giardino nell’area Garibaldi-Repubblica saranno dedicati alla memoria di due grandi donne del nostro tempo: l’architetto e designer Gae Aulenti, scomparsa il 1 novembre scorso, e la giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca il 7 ottobre del 2006. Lo ha deciso oggi la Giunta comunale, approvando la relativa delibera di intitolazione.

In particolare, il nome di Gae Aulenti sarà legato per sempre alla piazza soprelevata attigua a viale Don Luigi Sturzo e alla confluenza con via Vincenzo Capelli, mentre Anna Stepanovna Politkovskaja sarà ricordata nel giardino tra corso Como, via Vincenzo Capelli e viale Don Sturzo.

“Due donne straordinarie che hanno occupato la scena internazionale grazie al loro grande talento, alla loro tenacia e al loro impegno civico e culturale – ha detto l’assessore alla cultura Stefano Boeri – Due nomi che, grazie a questa intitolazione, si legheranno innegabilmente da oggi alla storia della nostra città e al suo futuro”.

Gae Aulenti, nata nel 1927 in provincia di Udine, si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, dove conseguì l’abilitazione alla professione. La sua formazione coincise con un periodo di straordinario fermento in cui l’architettura italiana era impegnata nella ricerca storico-culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell’ambiente, confluita poi nel movimento Neoliberty. Fu docente universitaria a Venezia e al Politecnico di Milano e Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1995-1996. Riuscì sempre a coniugare un’intesa attività internazionale con una particolare attenzione per la sua città d’adozione, come testimoniano il nuovo volto di piazzale Cadorna e dello Spazio Oberdan. Nel 1989 il Comune di Milano le conferì la Medaglia d’Oro di Civica Benemerenza quale “protagonista assoluta nel mondo dell’architettura e del design, un punto di riferimento nella cultura europea che ha contribuito a dar lustro a Milano e alla cultura italiana nel mondo”.

Anna Politkovskaja, nata a New York nel 1958, si impegnò sempre per la difesa dei diritti umani e civili, contro ogni forma di sopruso e ingiustizia in Russia e in Cecenia, arrivando a condannare apertamente l’esercito e il governo russo nei suoi articoli per Novaja Gazeta, quotidiano di ispirazione liberale. Il 7 ottobre 2006 venne assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando. La sua morte ha prodotto una grande mobilitazione in tutti i Paesi del mondo, affinché venissero al più presto chiarite le circostanze dell’omicidio.

In seguito a una raccolta di firme popolare promossa dall’Associazione Annaviva, il 27 febbraio scorso il Consiglio comunale di Milano ha approvato all’unanimità una mozione per intitolare un luogo di Milano ad Anna Politkovskaja, sottolineando “l’alto valore morale della sua figura, simbolo a livello mondiale del giornalismo del coraggio e della dignità”. In quell’occasione il Consiglio comunale ricordò che “la naturale vocazione internazionale di Milano rende particolarmente importante raccogliere l’istanza di libertà e di ricerca della verità che Anna Politkovskaja rappresenta, cogliendo l’occasione per porre al centro il tema del rispetto dei diritti umani”.

Grazie a tutti coloro (e sono davvero tanti) che ci hanno aiutato!!

Processo Pussy Riot, due condanne

Oggi il tribunale di Mosca ha confermato al processo di appello la condanna a due anni per due delle ragazze del gruppo punk Pussy Riot, colpevoli di atto di teppismo aggravate dalla blasfemia. La terza componente, Ekaterina Samucevich, ha visto sospeso il suo verdetto ed è ora in libertà vigilata.  Il nuovo avvocato della ragazza ha sostenuto che la giovane Pussy Riot è stata vicino all’altare della Chiesa del Cristo Redentore per meno di 15 secondi e che è è stata fermata dalla sicurezza subito, prima di saltare, gridare e urlare frasi offensive per i credenti.

Durante il processo, una delle tre Pussy Riot ha definito più volgare, rispetto alla loro esibizione, la frase con cui Putin ha conquistato il consenso nelle elezioni del 2000: “inseguiremo i terroristi fin nel cesso”. L’ex spia del KGB divenne popolare con quella frase per la guerra patriottica contro i ceceni (decine di migliaia i morti, per lo più civili).

Le Pussy Riot oggi in aula si sono dichiarate “prigioniere politiche”. Amnesty le ha, fin dal giorno del loro arresto in carcerazione preventiva, considerate “prigioniere di coscienza”.

FREE PUSSY RIOT

#PussyRiot

Fonte: Andrea Riscassi, Financial Times, EngPussy Riot

Ecco alcune foto del flash mob di Annaviva a Milano: