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Le balle del Cremlino

IEssere ceceni a Mosca quando uccidono qualche avversario del Cremlino non è proprio semplice. Se siete dei criminali è probabile che finirete in galera con l’accusa di essere voi l’assassino. Le prove si troveranno, ma intanto l’importante è schiaffarvi in una cella sotto l’occhio di telecamere e fotografi.
Così è successo ai tempi dell’omicidio di Anna Politkovskaja. Così succede in queste ore per l’assassinio di Boris Nemtsov.
Il ceceno è stato d’altronde dipinto in questi anni in Russia come il cattivo per antonomasia. E molti ceceni dopo le due guerre contro i russi sono peraltro scappati un po’ in giro per in mondo a continuare guerre (per lo più con gli islamici più integralisti). Sono quindi i colpevoli perfetti. Come gli anarchici da noi, una volta.
È possibile che a sparare a Nemtsov sia stato davvero un ceceno. Magari pure quel gruppo di fuoco che le autorità russe si sono affrettate a mostrare in catene per rassicurare il paese. Come per la Politkovskaja anche per Nemtsov mancherà però un movente sul perché abbiano sparato. Perché poi lo facciano sempre con la stessa pistola (una Makarov 9mm per anni nella disponibilità della polizia e dell’esercito russo) rimarrà un mistero.
Probabilmente per Boris come per Anna saranno stati killer professionisti, che colpiscono e fuggono tranquilli. Anche a pochi passi dal Cremlino. Ma chi ha pagato questi e quei killer? Su ciò non c’è stato e mai ci sarà alcuna inchiesta. Sbattuto il mostro in prima pagina, il più è fatto.
L’importante è allontanare le nuvole nere dal Cremlino, allontanare ogni sospetto per l’eliminazione sistematica di voci critiche. Anche raccontando ipotesi surreali come quella che Nemtsov sia stato ucciso da ferventi islamici per aver appoggiato (da Mosca!) Charlie Hebdo (alla cui manifestazione di solidarietà a Parigi parteciparono, a sommo spregio della coerenza, anche rappresentanti di paesi dove la libertà di stampa è, diciamo così, carente, come la Russia).
Le balle rassicureranno quanti che si abbeverano alla propaganda televisiva del Cremlino. Ma siamo certi verranno respinte al mittente da quanti in questi ultimi mesi – con parecchio ritardo – hanno aperto gli occhi su quel che accade a Mosca.
Noi continueremo a vigilare. A chiedere giustizia. Per Boris, Anna e per tutti coloro che hanno perso la vita in questi anni. Ma anche per quanti continuano a finire in carcere solo perché criticano il regime.

Putin, la Siria e la Cecenia

Putin Siria

Vi proponiamo un commento di Kim Zigfeld, Amerikanthinker.com, su quanto successo nelle ultime settimane tra Putin, Siria e Obama:

Scrivendo sul New York Times nel 1999 , Vladimir Putin ha sostenuto che la Russia poteva bombardare la Cecenia indipendentemente da ciò che il resto del mondo avrebbe potuto pensare . Scrivendo sullo stesso giornale nel 2013, ha  sostenuto che gli Stati Uniti non potevano  bombardare la Siria senza l’approvazione del resto del mondo.
L’ultimo editoriale di Putin per il Gray Lady [nomignolo per The New York Times, ndr.] è l’espressione ultima dell’universo neo- sovietico parallelo in cui Putin vive , un mondo in cui nemmeno le leggi della fisica si applicano alla Russia. Nelle sue parole si può sentire chiaramente l’eco delle politiche ridicolmente squilibrati del Politburo, politiche che hanno spinto l’URSS nella pattumiera della storia
Putin si lamenta per la scarsa comunicazione tra gli Stati Uniti e la Russia, ma mentre lui sfrutta l’ospitalità del New York Times,  non offre l’accesso a giornali russi controllati dallo Stato o alla TV in modo che gli Stati Uniti possano argomentare contro di lui.
Putin sostiene che gli Stati Uniti e la Russia erano alleati contro i nazisti, ma ignora il fatto che gli studenti russi studiano a scuola una storia diversa, una Germania nazista sconfitta SOLO dalla Russia.
Sottolinea l’importanza delle Nazioni Unite, poi minaccia di distruggere l’istituzione se gli Stati Uniti non eseguiranno gli ordini della Russia. Apprezza il Consiglio di sicurezza, ma la Russia ha ignorato il Consiglio di Sicurezza quando invase la Georgia nel 2008 e quando bombardò la Cecenia nel 1999.
Egli afferma che il Papa si oppone all’intervento degli Stati Uniti in Siria, ignorando il fatto che la Russia ha il suo papa e reprime sistematicamente ogni religione, compresa qualsiasi religione cristiana, che non segue gli insegnamenti del capo religioso russo.
Egli avverte che attaccare la Siria potrebbe “scatenare una nuova ondata di terrorismo”, ignorando il fatto che il sostegno russo per Hezbollah, l’Iran e la Siria ha giocato un ruolo significativo nella vecchia ondata di terrorismo che gli americani hanno combattuto per anni.
Putin ignora completamente alleanza della Russia con la Siria, i suoi vasti profitti dalla vendita di armi e il fatto che la Siria è uno degli ultimi avamposti della Russia in Medio Oriente. Scrive come se fosse interessato solo alla pace nel mondo. Le sue osservazioni fanno eco a quelle di Hitler dopo l’invasione della Polonia .
Putin sostiene che da quando al Qaeda è una delle forze che si oppongono al governo siriano, gli Stati Uniti dovrebbero appoggiare quel regime assassino e aiutarlo a uccidere centinaia di migliaia di civili siriani, ignorando il fatto che al Qaeda sia in minoranza. Putin ha mentito spudoratamente sulle osservazioni di John Kerry su al Qaeda, dicendo Kerry ha sostenuto che non esisteva in Siria, mentre in realtà ha semplicemente detto che non stava crescendo in forza. Il suo bisogno di mentire la dice lunga sulla validità della sua posizione
Putin sostiene che la Russia ha “sostenuto un dialogo pacifico fin dall’inizio” in Siria , dimenticando di dire ai lettori del Times che la Russia ha sostenuto la Siria con le armi fin dall’inizio, le armi che il regime ha usato per uccidere decine di migliaia di civili innocenti. Le armi chimiche che la Siria sta usando sono anche di origine russa.
Putin saluta il potere di ” diritto internazionale”, la stessa legge che la Russia ha arbitrariamente trascurato quando ha annesso l’Ossezia e l’Abkhazia nel 2008.
Putin dice che c’è “ogni ragione di credere” che il gas sia stato utilizzato dai ribelli siriani, non dal regime, ma non cita uno straccio di prova. L’unica “prova” che Putin abbia mai menzionato è la logica:  il regime non avrebbe usato armi chimiche a meno che non stesse perdendo malamente sul campo di battaglia. Gli Stati Uniti devono avere le prove, ma Putin non ne ha bisogno.
Putin sostiene che deve essere lui a dare consigli agli Stati Uniti su un proprio “interesse a lungo termine” ma la Russia non vuole consigli dagli americani e l’odio palpabile di Putin verso tutto ciò che è americano rende tali affermazioni ancora più ridicole. Egli sostiene che non vuole “milioni di persone in tutto il mondo” che vogliano stare alla larga dalla leadership americana, ma in realtà è esattamente ciò che Putin vuole e per cui lavora da dai suoi primi giorni di potere. Lui è una spia del KGB, dopo tutto.
Secondo Putin, gli Stati Uniti avrebbe dovuto seguire la Russia e aver fatto di tutto per lasciare dittature omicide in Egitto, Afghanistan, Iraq. Sarebbe piaciuto a Putin, dal momento che l’influenza russa nel mondo diminuisce ogni volta che dittatori amici della Russia cadono.
La preoccupazione di Putin verso le “vittime civili” è assurda. Putin totalmente non ignora solo i fiumi di sangue del regime siriano, ma anche le vittime civili in Cecenia e in Georgia, incurante delle preoccupazioni internazionali .
Putin sostiene che attaccare la Siria indurrà regimi analoghi a cercare “la Bomba” per difendersi dagli attacchi  ignorando il fatto che la Russia sta inondando l’Iran con la tecnologia nucleare e tutti i tipi di armi, tra cui missili sofisticati, respingendo l’indignazione internazionale .
Putin sostiene un piano in base sulle  armi chimiche siriane, ma si rifiuta di supportare una risoluzione Onu vincolante, che avrebbe posto gli standard chiari su quali sarebbero stati i passaggi di consegne e chiedere un’azione militare per fare rispettare il vincolo. Questo perché mossa di Putin è solo una manovra dilatoria, non un vero e proprio sforzo per tenere a freno il regime di Assad.
Poi viene la madre di tutte le frottole neo- sovietiche. Putin scrive: “Il mio rapporto di lavoro e personale con il presidente Obama è segnato dalla crescente fiducia”. La verità è che Putin non ha alcun rapporto con Obama, il rapporto è finito quando Putin ha dato asilo a Edward Snowden e Obama ha risposto snobbando Putin al vertice del G -20 e incontrando un gruppo di attivisti omosessuali.
Putin conclude sostenendo che è “estremamente pericoloso” l’atteggiamento americano di considerarsi eccezionali, perché ” Dio ci ha creati uguali, ma Putin presiede una società fondata sulla diversità sessuale, razziale, religioso, una società che si considera  molto più eccezionale di quanto gli Stati Uniti abbiano mai sognato di essere.  Quando Putin dice che è “estremamente pericoloso” è pericoloso per la Russia, che non ha alcuna speranza di vincere una concorrenza leale contro gli Stati Uniti, in modo che Putin deve tessere una ragnatela di distorsioni, proprio come è stato fatto in URSS, nella speranza di indebolire e sostituirsi agli Stati Uniti .

#giardinipolitkovskaja, il ricordo di Anna

Giardini Anna Politkovskaja“Prima di essere una giornalista, Anna era mia sorella, era una donna e una madre bravissima”. Elena Kudimova parla così di Anna Politkovskaja in occasione dell’inaugurazione a Milano dei giardini dedicati alla cronista russa assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006. “Quando veniva a trovarmi a Londra – continua la sorella di Anna, che da 14 anni vive in Gran Bretagna – passava intere notti a parlarmi di ciò che aveva visto in Cecenia. Erano racconti terribili” dice alla platea gremita dello Urban Center di Milano.

“Anna prestava la sua voce ai deboli, a chi non si sentiva rappresentato – spiega Vitalij Jaroshevskij, vicedirettore di Novaja Gazeta, il quotidiano dell’opposizione per il quale scriveva la Politkovskaja – In redazione venivano a chiederle aiuto le donne che cercavano i propri figli, scomparsi improvvisamente durante la guerra nel nord del Caucaso; i figli rimasti rimasti senza padre; i padri che avevano perso la famiglia intera. Da quando Anna è morta, anche queste persone sono scomparse”. Perché non c’è più nessuno ad ascoltarle. A capirle. E’ per questo motivo, “per sottolineare l’alto valore morale di Politkovskaja“, che il comune di Milano ha voluto intitolare i giardini di corso Como alla memoria della giornalista, accogliendo la richiesta di circa 2mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione dell’associazione Annaviva che da anni si batte affinché il sacrificio di Anna non resti inascoltato.
“Per la salute morale del Paese sarebbe sano che in Russia venisse intitolata una via alla Politkovskaja” dice Jaroshevskij. A distanza di 7 anni dall’uccisione della giornalista, però, ancora nessuno ha pagato per la sua morte. “Non credo che vedremo presto alla sbarra degli imputati i mandanti dell’omicidio di mia mamma. Sicuramente non sotto questo governo – dice Il’ja Politkovskij – Ma io lo spero. Lo spero ancora”.

Poco dopo l’uccisione della Politkovskaja, ricorda Andrea Riscassi, giornalista Rai e fondatore dell’associazione Annaviva, il presidente ceceno Ramzan Kadirov, disse: “Avrebbe fatto meglio a stare a casa a badare alla famiglia”. Non disse che il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja fu uccisa nell’androne del suo palazzo a Mosca mentre stringeva ancora in mano le borse della spesa.

Oggi, alle 11, ci sarà l’inaugurazione dei giardini Anna Politkovskaja in corso Como a Milano. Vi aspettiamo!

Annaviva

Omicidio Anna Politkovskaya: indagini finite?

Anna PolitkovskayaVi segnaliamo un articolo pubblicato la settimana scorsa su  Ekho Moskvy riguardo l‘omicidio di Anna Politkovskaya:

The investigative committee has announced that it has finished
investigating the case regarding the five accused of murdering Anna
Politkovskaya.

The five include: Sergey Khadjiburanov, three brothers Makhmutov and
their uncle Lomali Gaitukaev. The investigators claim that they have
collected a strong base of proof. The case has been redirected to the
general prosecutor’s office to confirm the accusation and then be handed
over to the court. The investigation into the possible client will be
continued.

The son of Anna Politkovskaya doesn’t know whether the investigators
have any clues on the client. According to him the journalists of Novaya
Gazeta do not have information about the investigation making any
progress in that direction. A family member – Anna Stavizkaya would like
the ex-employee of General Office of Internal Affairs Dmitry
Pavluchenkov to be charged and brought to court alongside others. But,
according to Stavitsky, the defence has been denied that request.

The investigative committe believes that the organisator of the murder –
Lom-ali Gaitukaev (55 year old from Chechnya) is not serving time for
another murder. They believe that it is Gaitukaev who is responsible for
selecting the team who attacked Politkovskaya. While the murder was
being organiyed, however, he was arrested on other charges. Disregarding
that he continued to have phone conversations with the hired killers.
The investigation still doesn’t know who’s orders Gaitukaev was
following while doing so.

As the original organisator became incapable of continuing the planning
of the murder the control was taken over by Sergey Khadjiburanov. He was
also jailed, but got free just before the murder was executed. It is
believed that it was him who controlled brothers Makhmutov (nephews of
Gaitukaev). Currently this ex-police officer is arrested for recketing.

It is believed that two brothers – Ibraghim and Gebrail – were being the
middle men: they communicated to the third brother Rustam, that Anna was
coming back home that day.It was the last one who shot Politkovskaya.
Two of the brothers have now been ordered not to leave the country and
the third one is under arrest.

The last accomplice is Dmitry Pavluchenkov. He has agreed to a deal with
the investigation and has given statements against other team members.
According to the investigation Pavluchenkov was working in the police
forces and aided the criminals in following Anna and finding the crime
weapon. He has confessed his crimes and has been given 11 years of
prison.

The fact that the case will be going to court without the client (who
ordered the murder) is predictable – thinks Sergey Sokolov, vice editor
of Novaya Gazeta. He also thinks it is a pity that Pavluchenkov will not
be present at the court alonside other accused team members.

All the while the accused refuse to plead guilty. The lawyer of the
assumed organisator of the crime – Aleksey Mikhalchik – says that there
is no concrete evidence of their partecipation in the crime. The client
for the murder of Anna Politkovskaya will be found only in case if the
civil society’s interest in the case will not die out.This is what
Aleksey Simonov – the president of the Freedom of Speech Foundation –
thinks. However he has big doubts that the court will be able or willing

Traduzione di Ksenia Maximova

Sostieni Annaviva e l’inaugurazione dei giardini Anna Politkovskayawww.buonacausa.org/cause/un-giardino-per-anna

Boston e la Cecenia

Maratona Boston ceceniaTrasmettiamo il comunicato di Save Chechnya Campaign in relazione con quanto successo a Boston nei giorni scorsi:

To:
President of United States of America, Mr Barack Obama
Vice President of United States of America, Mr Joe Biden
Secretary of State, Mr John F. Kerry
Secretary of the Department of Homeland Security, Mrs Janet Napolitano
Attorney General of United States of America, Mr Eric H. Holder, Jr.
Senators of Unites States Senate
Representatives of United States House of Representatives
Governor of Massachusetts, Mr Deval Patrick
Mayor of Boston, Mr Thomas M. Menino
Representatives of media organizations
Representatives of human rights organizations
Citizens of United States of America

21.04.2013
Paris

Subject: Boston Incidents

Dear Mr President,
Dear Mr Vice President,
Dear Mr Secretary,
Dear Mrs Secretary,
Dear Mr Attorney of General,
Dear Mr/Mrs Senator,
Dear Mr/Mrs Representative,
Dear Mr Governor,
Dear Mr Mayor,
Dear Sir/Madam,

We present our deepest condolences to the families of the victims of the monstrous terrorist attack in Boston. We share your sorrow and pain. There is no other nation that understands your feelings better than Chechens. We have lost more than hundreds of thousands innocent civilians, which includes tens of thousands children as a result of Russian state terrorism since 1994.

Unfortunately, since the identification of the suspects, we have seen a lynching attitude in the mass media toward the entire Chechen nation. The ethnic origins or religious beliefs of these suspects did not play any role in their crimes; it was simply an unacceptable act carried out by two individuals. We have never heard the ethnicity of criminals who have committed similar barbaric terrorist acts in the United States. However in this case, since the beginning, all around the world, we have heard on television and radio, we read in the newspapers and internet thousands of times these words together: “terrorists” and “Chechens”! There are many examples, but especially a former American ambassador to the United Nations, John Bolton’s words to the media describes the common ignorance and hate: “These people are killers! Make no mistake about it. Terrorism has been a way of life for those living in the region of Chechnya for years because of Islamic radicalism and a struggle for independence from Russia”.

Talking about the ethnic origins of these criminals only helps to solidify the worst stereotypes and brings a negative attitude towards the entire nation. As a fact, since April 19, we have received dozens of hate filled and revenge oriented messages from United States based IP addresses, and it concerns us that the lives of the ethnic Chechen minority in the United States are in danger and they may face racist attacks. Their friends, neighbors, classmates or colleagues will be suspicious of these innocent families, and for the rest of their lives they will be forced to explain that they are not terrorists and will always feel shame and like they are walking on a razors edge.

As human beings, we are afraid of what we don’t know. The recent tragic events once again confirm that the majority of world’s population does not have any idea about Chechens and the happenings in Chechnya; but from now on, we can change this, we can work together to establish peace, friendship and humanitarianism; as well as we may fight together against any form of radicalism, terror and other crimes. Please do not help form Chechenophobia, do not push us away, but thrust out your hands to help create a better world.

Sincerely yours,

Mairbek Vatchagaev, President of the Caucasian Studies Association (www.chechen.org)
A.Burak Oztas, General Director of the Save Chechnya Campaign (www.savechechnya.org)

World Chechnya Day

World Chechnya Day

February 23, World Chechnya Day
No one and Nothing is Forgotten!
Winter of 1944
Like an extreme blade
In these years
Summer never arrived
Wounds of my bleeding heart have never healed Time is an eternity
But not a cure to forget
Our way and 13 years in Siberia!

February 23, 1944 is the most tragic date in the history of the Chechen-Ingush (Waynakh) people.
On February 11, 1943, the Politburo, the Communist Party’s ruling executive committee (Political Bureau of the Central Committee of the Communist Party of the Soviet Union), discussed the idea of “liquidating” the Chechen-Ingush Autonomous Republic and deporting the entire Chechen-Ingush nation based on the accusation of “collaboration with the Germans”. This was declared despite the fact that “between 1941 and 1944, more than 40,000 Chechens fought in the Red Army,” and “450 people with arms in their hands fought against the Soviets”.
In the eviction operation of the Chechens and Ingush (codenamed “Chechevitsa” [Lentil]) that cost nearly 150 million Rubles (3.9 million Euros), up to 20,000 operatives of the NKVD, NKGB, and SMERSH participated, as well as 100,000 soldiers from regular army units.
As it was planned, on February 23, 1944, not individuals, not a group, not a part of the population, but the entire Chechen-Ingush nation: men and women, children and old people – all of them became victims of Soviet Russia’s genocide! People were herded into unheated cattle trucks for a journey that lasted many weeks. The train stopped every 24 hours and the dead, who are sacred to the Chechens, were thrown down embankments.

But a mountain village called Khaibakh, which is at the heart of Chechnya, came to symbolize Russia’s policy of genocide. On February 26, 1944, its 700 or so inhabitants, including pregnant women, centenarians and toddlers, were driven into a large stable and burned alive. The man responsible for the massacre reported his actions with a telegram:
To: People’s Commissar for Internal Affairs of the USSR Comrade L.P. Beria
For your eyes only
Given the impossibility of transportation and in order to complete Operation Mountains on schedule, I was obliged to liquidate over 700 residents of the village of Khaibakh.
Grozny, Dept. Internal Affairs,
Lieut.-Col. Gveshiani
And he was congratulated with the following reply from Moscow:
Following your resolute action while resettling Chechens in the Khaibakh area you have been recommended for state distinction with promotion.
Congratulations,
PC Internal Affairs USSR L.P. Beria.
According to Soviet archives, in just a few days, 496,400 Chechen-Ingush people were deported into Central Asia and Siberia; and up to 250,000 people died during the eviction and exile; only half of them could return to their historical homelands after 1957.
There was such an incredible darkness and censorship that the world could learn what happened two years after this brutal incident! And in 2004, 60 years after the deportation, the European Parliament recognized the deportation of the entire Chechen people to Central Asia and Siberia on February 23, 1944 on the orders of Stalin, as constituting an act of genocide within the meaning of the Fourth Hague Convention of 1907 and the Convention for the Prevention and Repression of the Crime of Genocide adopted by the UN General Assembly on December 9, 1948.
Today, despite all efforts at prevention, the world community can learn about the genocide that the Chechen people have faced in the last two decades, but will the world’s leading politicians wait another 60 years to say what happened in Chechnya?
We, Save Chechnya Campaign, ask that all governments of independent and democratic countries recognize Soviet Russia’s “1944 deportation” and activities of the 21st century’s democratic Russia, in Chechnya in the 1990s and 2000s as acts of genocide against the Chechen people, as well as to establish an special international war crimes court in which the perpetrators of the crimes committed against innocent Chechen civilians can stand trial!
Adv. Burak Oztas
General Director of Save Chechnya Campaign

Chi ha fatto uccidere Anna Politkovskaja?

annaviva anna politkovskajaRiportiamo un commento scritto da Andrea Riscassi sul suo blog e dedicato all’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaja. Ieri c’è stato l’ennesimo processo ma ancora, dopo sei anni, nessuna risposta alla domanda: Chi ha fatto uccidere Anna Politkovskaja?

“Alla fine li si osserva come una sfida di wrestling o come quelle partite di calcio che finiscono 5-3 (e poi stranamente la camorra ha scommesso sull’over 7).
Anche i processi per l’omicidio di Anna Politkovskaja hanno la stessa credibilità.
Oggi, a sei anni dall’omicidio della giornalista russa, è arrivata la condanna per Dmitri Pavliuchenkov, ex poliziotto e reo confesso. Misera la pena: 11 anni per aver pedinato Anna, partecipato all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al presunto killer.
I famigliari di Anna (i figli Ilja e Vera) hanno contestato la sentenza sia perché si aspettavano il massimo della pena. Sia soprattutto perché l’ex agente non ha indicato chi è stato il mandante del l’assassinio.
Nel corso dell’inchiesta si è scoperto che vari agenti segreti hanno pedinato Anna nei mesi prima dell’omicidio. Chissà chi glielo ha ordinato. Chissà chi ha pagato per il loro disturbo.
Domani intanto, sfidando il freddo, torna in piazza l’opposizione al regime putiniano. È passato un anno dai cortei oceanici che nel dicembre del 2011 segnarono un vero e proprio salto di qualità tra chi è stufato dell’oligarchia al potere.
L’appuntamento per domani è in piazza della Lubianka, sede del KGB prima (dove Putin fece la fila per entrare) e Fsb ora (ha cambiato solo nome e modalità d’azione).
Gli oppositori marceranno in ordine sparso visto che il comune non ha autorizzato la manifestazione.
Intanto la giustizia da operetta indaga su Alexei Navalnij, blogger ed esponente più votato nelle primarie dell’opposizione (ben prima di quelle di Grillo e con più rischi per chi vi partecipava).
L’accusa per Navalnij (che domani sarà in piazza e per questo sarà probabilmente arrestato) e suo fratello è truffa.
Ma è come il wrestling. Non credeteci.
Ad maiora”
di Andrea Riscassi

Ci vediamo lunedì 17 dicembre alla Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano, per brindare al giardino che la cittá ha deciso di dedicare ad Anna Politkovskaja. Non mancate!

Annaviva e il giardino dedicato alla Politkovskaja su Milano Today

Anna PolitkoskavjaRiportiamo un articolo scritto dalla nostra amica Simona Brambilla e pubblicato su Milano Today, dedicato ad Annaviva e al giardino di Milano che presto avrà il nome di Anna Politkovskaja:

“Sorgerà nell’area Garibaldi Repubblica il giardino intitolato ad Anna Politkovskaja. Lo ha deciso giovedì mattina il comune di Milano approvando la relativa delibera di intitolazione. Il giardino che prenderà il nome della celebre giornalista russa, assassinata nel 2006, sarà ubicato precisamente tra corso Como, via Vincenzo Capelli e viale Don Sturzo, in una zona quindi molto centrale.

Un risultato importante per gli oltre 1500 cittadini milanesi che, a partire dallo scorso anno, hanno sostenuto questa intitolazione firmando una petizione promossa da Annaviva, associazione nata per tenere viva la memoria della Politkovskaja e per promuovere la democrazia e la tutela dei diritti umani nell’Europa orientale.

«In tre mesi di raccolta siamo arrivati a 1.500 firmatari – spiega Andrea Riscassi, socio di Annaviva – Le persone che hanno aderito appartengono a tutte le categorie sociali e a tutte le età». Il 27 febbraio scorso il Consiglio comunale di Milano ha approvato all’unanimità una mozione per intitolare un luogo della città ad Anna Politkovskaja, sottolineando “l’alto valore morale della sua figura, simbolo a livello mondiale del giornalismo del coraggio e della dignità” e come ultimo passo giovedì si è arrivati alla scelta del luogo fisico in cui sorgerà il giardino.

«È importante che i giardini siano in una zona centrale – continua Riscassi -, in modo che russi che passeranno di lì sappiano che noi ricordiamo quello che le autorità di Mosca dimenticano». Sono in pochi infatti in Russia a ricordare la celebre giornalista, ammazzata nell’ascensore di casa per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e civili, contro ogni forma di sopruso e ingiustizia in Russia e in Cecenia.

«Milano è una città internazionale che tra poco ospiterà l’Expo – sottolinea Luca Bertoni, presidente dell’associazione -, è giusto quindi che venga dedicato un luogo simbolo a una donna che ha dato la sua vita per la libertà e i diritti». Accanto al giardino intitolato alla Politkovskaja sorgerà una piazza in ricordo di Gae Aulenti, architetto e designer scomparsa il 1 novembre scorso. «È bello che abbiano abbinato Anna a Gae Aulenti, sono troppo poche le vie, le piazze e i parchi dedicati alle donne», conclude Andrea Riscassi”.

Anna Politkovskaya nel nuovo spettacolo di Giancarlo Cauteruccio

Crash Trōades anna politkovskaja annavivaIl regista teatrale Giancarlo Cauteruccio torna sul palco con un nuovo spettacolo, Crash Trōades, che cita, tra altri, Anna Politkovskaya e il suo libro Cecenia, il disonore russo. Crash Trōades è una lettura contemporanea della tragedia classica, in questo caso ispirata a Le Troiane di Euripide.

Oltre alla giornalista Anna Politkovskaya, viene citata l’autrice rwandese Yolande Mukagasana e il suo volume Le ferite del silenzio. Entrambe le donne, Anna e Yolande, vengono prese in considerazione come testimoni di grandi tragedie dei nostri giorni.

Fino al 16 dicembre Giancarlo Cauteruccio e Crash Trōades sono in scena al Teatro Studio di Scandicci (Fi) mentre Annaviva il 17 si ritrova a festeggiare la recente approvazione, da parte del comune di Milano, di un giardino dedicato ad Anna Politkovskaya in zona Garibaldi. Siete tutti invitati!

L’appuntamento di Annaviva è il 17 dicembre alle 20 nella Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano

A Milano un giardino per Anna Politkovskaja

annavivaA Milano i nuovi giardini pubblici tra corso Como, via Vincenzo Capelli e viale Don Sturzo saranno intitolati ad Anna Politkovskaja.
Lo ha deciso la Giunta Comunale ieri, 6 dicembre.
Per tutti gli amici di Annaviva una grande giornata: di trepidazione, di ricordi, di emozioni.
Un anno fa abbiamo lanciato la raccolta di firme per chiedere alla città di Milano di ricordare la grande giornalista russa, che ha sacrificato la propria vita per raccontare ciò che non poteva non vedere.
Oggi la città di Milano, alla vigilia della propria festa patronale, ha risposto con un grande gesto di sensibilità e di coraggio: Anna Politkovskaja sarà ricordata in uno degli spazi più importanti della metropoli che si avvicina all’expo 2015.
Annaviva, che continua la propria azione per la difesa dei diritti umani e della libertà di espressione nell’est europeo, ringrazia di cuore il Sindaco, la Giunta Comunale ed il Consiglio Comunale e le oltre 1700 persone che hanno sottoscritto la petizione.
Milano, sei grande!

САД ИМЕНИ АННЫ ПОЛИТКОВСКОЙ В МИЛАНЕ
В Милане именем Анны Политковской будет назван новый городской сад между проспектом Комо, улицей Винченцо Капелли и бульваром Дон Стурцо.
Это решение принято городским советом сегодня, 6 декабря.
Для всех друзей Аннавивы – это большой день, день волнений, воспоминаний и эмоций.
Год назад мы начали сбор подписей, чтобы попросить власти Милана увековечить память великой русской журналистки, которая пожертвовала своей жизнью, так как писала о том, что не могла не видеть.
Сегодня, в канун дня города, Милан ответил большим поступком, чутким и мужественным: имя Анны Политковской будет вписано в одном из главных районов метрополиса, в преддверии Экспо 2015.
Аннавива, продолжая свою деятельность по защите прав человека и свободы слова в Восточной Европе, выражает сердечную благодарность Мэру, Городскому Совету и всем итальянцам – более 1700 человек, подписавшим петицию.
Молодец, Милан!

A Garden for Anna Politkovskaya in Milan, Italy
Milan‘s new public garden area which incldes Corso Como, Via Vincenzo Capelli and Viale Don Sturzo will be named in honour of the memory of courageous journalist Anna Politkovskaya.
The decision was taken by Milan City Council on December 6, 2012.
For all of Annaviva‘s friends, it was a day of trepidation, memory and emotion.
A year ago we launched a petition to ask the city of Milan to honour the memory of the great Russian journalist who sacrificed her life in order to reveal what could not be seen.
The city of Milan responded with a gesture of great sensitivity and courage: Anna Politkovskaya will be remembered in one of Milan’s most important spaces on the run up to the 2015 World Expo.
Annaviva, which will continue to defend human rights and freedom of expression throughout Eastern Europe, wishes to thank the Mayor, the Milan City Council and more than 1,700 people who signed the petition.
Thanks Milan! You’re great!