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Albero_dei_Giusti

Domani si inaugura il Giardino dei Giusti di Varsavia, con un altro albero per Anna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato degli amici di Gariwo, grazie al quale domani verrà inaugurato un Giardino simile a quello di Milano. Anche in Polonia, come in Italia, ci sarà un albero per Anna Politkovskaja. Per la nostra associazione, sarà presente a Varsavia Andrea Riscassi.
Noi non dimentichiamo.

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Il 5 giugno 2014 sarà inaugurato a Varsavia il primo Giardino dei Giusti di un Paese, la Polonia, che nell’arco di settant’anni ha conosciuto le due ideologie totalitarie del Novecento.

Il Giardino, situato nel quartiere di Wola, vicino al luogo in cui sorgeva il Ghetto, nasce dalla collaborazione tra Gariwo e il Comitato per il Giardino dei Giusti di Varsavia, costituito su impulso del compianto Tadeusz Mazowiecki – già Primo Ministro polacco e tra i fondatori di Solidarnosc – durante le celebrazioni della prima Giornata europea dei Giusti, il 6 marzo 2013. Questa Giornata è stata istituita, su proposta di Gariwo, grazie alla sinergia tra gli europarlamentari italiani e polacchi che hanno coinvolto l’intero Parlamento europeo.

“Questo giardino vuole essere un monito all’Europa affinché combatta ogni forma di razzismo, ogni ideologia totalitaria. – sottolinea Gabriele Nissim, presidente di Gariwo – In questo giardino saranno onorati prima di tutto coloro che si sono impegnati per salvare gli ebrei durante la Shoah, nel Paese in cui sono stati costruiti i campi e sterminata l’intera comunità ebraica. E accanto a loro saranno ricordati tutti quelli che lottano contro i totalitarismi e per la prevenzione dei genocidi”.

Durante la cerimonia, organizzata dalla Casa di Incontri con la Storia di Varsavia, saranno piantati gli alberi con i cippi – sul modello del Giardino al Monte Stella di Milano – dedicati a:

Marek Edelman, vicecomandante dell’insurrezione nel Ghetto di Varsavia, che ha dedicato la vita all’impegno civile in favore dei più deboli e in difesa della libertà
Jan Karski, emissario dello Stato clandestino polacco che ha tentato invano di far conoscere al mondo lo sterminio degli ebrei
Magdalena Grodzka-Guzkowska, soldato dell’esercito clandestino polacco che ha salvato molti ebrei del Ghetto
Tadeusz Mazowiecki, politico che per protesta contro la passività del mondo ha rimesso il suo incarico ONU in Bosnia-Erzegovina
Antonia Locatelli, missionaria italiana che ha perso la vita per denunciare il genocidio dei Tutsi in Rwanda
Anna Politkovskaja, giornalista russa uccisa per le sue inchieste sugli orrori della guerra in Cecenia

La cerimonia, aperta dai saluti di Zbigniew Gluza, presidente del Comitato per il Giardino dei Giusti di Varsavia, Hanna Gronkiewicz- Waltz, sindaco di Varsavia e Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, si svolgerà alla presenza dei familiari dei Giusti onorati, dei rappresentanti delle istituzioni e di numerose associazioni internazionali – International Raoul Wallenberg Foundation, l’associazione AnnaViva e Gariwo-Repubblica Ceca tra le altre.

A seguire, ricevimento presso l’Ambasciata italiana a Varsavia e, a conclusione della giornata, tavola rotonda sul valore dei Giusti al Museo della Storia degli Ebrei Polacchi di Varsavia con Gabriele Nissim, Marc Henry Fermont, familiare del presidente per trent’anni della Commissione dei Giusti di Yad Vashem Moshe Bejski, Konstanty Gebert, corrispondente di guerra e scrittore, Maria Wiernikowska corrispondente di guerra e Tomasz Jastrun, giornalista e poeta.

Amicizia Italia-Russia: morto un Berlusconi, se ne fa un altro

La politica estera targata ENI/Farnesina fatta di baci e abbracci con la Russia di Putin III prosegue.
Accantonata (per sempre?) l’epica amicizia tra Vladimir e Silvio (unico esempio al mondo di “statista” che usa il giubbotto militare di un altro paese, quello russo ovviamente) ora è il turno di Mario Monti.
Il cosiddetto governo tecnico si è affidato a Scaroni per delineare la (solita) linea diplomatica verso la Russia: soldi, gas e petrolio.
E pazienza per i diritti umani, per gli omicidi dei giornalisti, il pugno di ferro contro le opposizioni.
C’è chi apprezza questa “strategia”:
http://www.meridianionline.org/2012/07/24/in-russia-monti-rafforza-la-partnership-col-cremlino/
Annaviva no.

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Contro l’estradizione in Russia di Ivan Kostin. L’appello della moglie (video)

Oggi conferenza stampa di Annaviva a Milano contro l’estradizione di Ivan Kostin, detenuto in Italia, verso la Russia.
Questo l’appello della moglie:

E questa la storia.
Contro Ivan Kostin, cittadino russo, classe 1974, pende un mandato di cattura internazionale. È un imprenditore. Si occupa di produzione e vendita di cognac.
Un giorno del novembre 2011 ha la cattiva idea di arrivare da Israele a Milano per una mostra enologica.
Viene arrestato in albergo e sbattuto a San Vittore per un mese e mezzo.
La giustizia russa lo accusa di aver rubato un enorme numero di bottiglie di cognac, per un valore di milioni di rubli, dalla fabbrica di Stavropol (nel Caucaso russo) nella quale lavorava e di cui era proprietario al 30%. Il furto sarebbe avvenuto senza che nessuno delle centinaia di dipendenti si accorgesse, naturalmente, di nulla.
I problemi per Ivan sono sorti quando muore il padre che aveva fondato l’azienda di liquori. Ivan eredita molte azioni e rifiuta di venderle (a prezzi stracciati) al socio. Ricco e potente. Che lo denuncia per furto. L’inchiesta parte nel 2008.
Si susseguono investigatore e inquirenti che chiedono l’archiviazione. Fino a che si trovano un poliziotto e un magistrato che decidono che Ivan è un “criminale” e che va processato. Anzi, va arrestato anche prima del processo.
Spiccano un mandato di cattura internazionale. Che scatta quando Kostin arriva a Milano, si registra in albergo e la mattina trova le forze dell’ordine alla porta. In Israele, dove era legalmente registrato insieme alla famiglia e lavorava, nessuno ha mai cercato di arrestarlo.
La madre di Mikhail Khodorkovsky, prigioniero politico nella Russia di Putinn, incontrando i militanti di Annaviva ha spiegato che sono almeno trecentomila i russi perseguitati per ragioni economiche.
Annaviva, associazione nata per ricordare Anna Politkovskaja e per portare avanti le sue battaglie, chiede alla giustizia italiana di valutare con estrema attenzione il caso di Kostin. Crediamo che estradarlo in Russia significhi condannarlo.
Siamo soddisfatti che, alla prima udienza, la giustizia italiana abbia chiesto a quella russa un supplemento di documentazione prima di valutare l’eventuale estradizione.
Ci auguriamo che questa sarà respinta nell’udienza del 29 maggio.
Qui una parte della conferenza stampa organizzata da Annaviva presso l’Ostello Bello di Milano.
Sono le parole, accorate di Viktoria, la moglie di Kostin.
Al cui appello ci associamo.

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