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Annaviva, aperitivo di Natale a Milano

annavivaAmiche e amici,
Al Consiglio Direttivo
Ai soci e simpatizzanti di Annaviva
abbiamo iniziato il 2012 a Mosca seguendo le elezioni per il rinnovo della Duma, per le elezioni presidenziali e per la grande manifestazione di maggio;
abbiamo manifestato in estate, pubblicamente e con un’attenzione dei media mai vista prima, il nostro dissenso per la sconcertante sentenza di condanna delle Pussy Riot;
abbiamo condotta una battaglia solitaria ma non silenziosa per chiedere che il nostro Paese non concedesse l’estradizione di Ivan Kostin che a maggio ha potuto lasciare gli arresti domiciliari italiani e tornare dalla sua famiglia in Israele;
abbiamo ottenuto, pochi giorni fa, che la città di Milano dedicasse un importante spazio pubblico ad Anna Politkovskaja!

Ci troviamo, per un aperitivo augurale e natalizio,

Lunedì 17 dicembre 2012

alle ore 20.00 c/o Libreria Popolare di via Tadino 18 a Milano

Sarà l’occasione per farci gli auguri, scambiarci opinioni sull’attività svolta nel 2012 e programmare al meglio il 2013.

Vi aspettiamo!!!

Per scaricare l’invito cliccate qui: Aperitivo

Vittoria (anche di Annaviva): Ivan Kostin è tornato in Israele

Si conclude positivamente la campagna lanciata da Annaviva qualche mese fa per opporsi all’estradizione in Russia dell’imprenditore Ivan Kostin.
A fine maggio i giudici di Milano avevano ritenuto non sufficiente la documentazione trasmessa dalla Procura russa. Ivan aveva quindi potuto lasciare gli arresti domiciliari.
Qui il post di allora:
http://andreariscassi.wordpress.com/2012/06/03/annaviva-esulta-ivan-kostin-e-libero-non-sara-estradato-in-russia/
Ora la notizia che aspettavamo da giorni.
Kostin è in salvo: è tornato in Israele, dove vivono moglie e figli.
Annaviva vuole ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato!
Un abbraccio a Ivan e a sua moglie!

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Ivan Kostin libero, l’Italia ha detto no all’estradizione

Annaviva ne era certa: non sussistevano motivi per estradare Ivan Kostin in Russia. L’imprenditore, accusato in madrepatria di approvazione indebita, era sicuramente uno dei numerosissimi cittadini russi finito nei guai solo perché inviso a qualche potentato locale.

Lo avevamo sostenuto a più riprese.

Intervistando Kostin a Roma, dove – dopo qualche mese a San Vittore – era agli arresti domiciliari, in attesa dell’estradizione:

http://youtu.be/jInHMNzgNLI

Invitando la moglie e il giornalista Grigori Pasko a Milano il giorno della prima udienza di estradizione:

http://youtu.be/M0j-HPTiT9E

Già a marzo i giudici avevano chiesto ulteriori informazioni alle autorità russe, non giudicando sufficienti le carte trasmesse da Mosca: difficile per chiunque credere che Ivan avesse portato via, dall’azienda fondata dal padre, centinaia di litri di cognac invecchiato per sostituirlo con quello giovane e lucrare (milioni di rubli) grazie a questa operazione, senza che nessuno se ne accorgesse.

Per Annaviva valeva un po’ lo stesso discorso che riguarda il prigioniero politico Mikhail Khodorkovskij: si contestano reati fiscali per nascondere motivi molto più abbietti.

Ora è arrivata la sentenza della Corte d’appello di Milano, chiamata a decidere sull’estradizione dato che Kostin, del tutto ignaro del mandato di cattura, era stato arrestato proprio nel capoluogo lombardo, dove era venuto a seguire una fiera del vino; proveniva da Israele dove abitava da anni con moglie e figli e dove nessuna autorità aveva mai pensato di arrestarlo per rispedirlo in madre patria.

La Corte ha appena rigettato l’istanza di estradizione!

Kostin è ora libero anche se non potrà lasciare il paese prima di 15 giorni.

I giudici milanesi hanno negato che dietro la persecuzione giudiziaria ci fossero motivi politici. Certo, Ivan non è un “prigioniero politico“, ma bisognerebbe capire il contesto in cui nascono queste accuse, questi processi.

Un terzo delle persone in carcere in Russia ci finiscono per reati “economici”. E sono per lo più imprenditori e affaristi.

Comunque, la Corte d’appello milanese, pur non valutando la sussistenza di ragioni politiche, ha valutato insufficienti le prove prodotte per estradare Ivan in Russia. 

Ora ci auguriamo che questi 15 giorni passimo in un soffio e che Ivan possa subito tornare in Israele ad abbracciare moglie e figli.

Così eviterà quel destino che Grigori Pasko (amico giornalista finito nelle celle del regime putiniano) prevede per i suoi connazionali nel bellissimo “Come sopravvivere alle prigioni in Russia” (Bollati Boringhieri, 2010): «Gli abitanti della Russia si dividono in due categorie: chi sta in galera e chi si prepara ad andarci».

Un libro che consiglio a tutti i giudici che valuteranno i prossimi casi di estradizione verso la Russia di Putin.

Andrea Riscassi

Contro l’estradizione in Russia di Ivan Kostin. L’appello della moglie (video)

Oggi conferenza stampa di Annaviva a Milano contro l’estradizione di Ivan Kostin, detenuto in Italia, verso la Russia.
Questo l’appello della moglie:

E questa la storia.
Contro Ivan Kostin, cittadino russo, classe 1974, pende un mandato di cattura internazionale. È un imprenditore. Si occupa di produzione e vendita di cognac.
Un giorno del novembre 2011 ha la cattiva idea di arrivare da Israele a Milano per una mostra enologica.
Viene arrestato in albergo e sbattuto a San Vittore per un mese e mezzo.
La giustizia russa lo accusa di aver rubato un enorme numero di bottiglie di cognac, per un valore di milioni di rubli, dalla fabbrica di Stavropol (nel Caucaso russo) nella quale lavorava e di cui era proprietario al 30%. Il furto sarebbe avvenuto senza che nessuno delle centinaia di dipendenti si accorgesse, naturalmente, di nulla.
I problemi per Ivan sono sorti quando muore il padre che aveva fondato l’azienda di liquori. Ivan eredita molte azioni e rifiuta di venderle (a prezzi stracciati) al socio. Ricco e potente. Che lo denuncia per furto. L’inchiesta parte nel 2008.
Si susseguono investigatore e inquirenti che chiedono l’archiviazione. Fino a che si trovano un poliziotto e un magistrato che decidono che Ivan è un “criminale” e che va processato. Anzi, va arrestato anche prima del processo.
Spiccano un mandato di cattura internazionale. Che scatta quando Kostin arriva a Milano, si registra in albergo e la mattina trova le forze dell’ordine alla porta. In Israele, dove era legalmente registrato insieme alla famiglia e lavorava, nessuno ha mai cercato di arrestarlo.
La madre di Mikhail Khodorkovsky, prigioniero politico nella Russia di Putinn, incontrando i militanti di Annaviva ha spiegato che sono almeno trecentomila i russi perseguitati per ragioni economiche.
Annaviva, associazione nata per ricordare Anna Politkovskaja e per portare avanti le sue battaglie, chiede alla giustizia italiana di valutare con estrema attenzione il caso di Kostin. Crediamo che estradarlo in Russia significhi condannarlo.
Siamo soddisfatti che, alla prima udienza, la giustizia italiana abbia chiesto a quella russa un supplemento di documentazione prima di valutare l’eventuale estradizione.
Ci auguriamo che questa sarà respinta nell’udienza del 29 maggio.
Qui una parte della conferenza stampa organizzata da Annaviva presso l’Ostello Bello di Milano.
Sono le parole, accorate di Viktoria, la moglie di Kostin.
Al cui appello ci associamo.

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