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Khodorkovsky, 365 Days of Freedom

khodorkovsky liberoEcco alcune delle frasi più importanti pronunciate da Mikhail Khodorkovsky:

“We share European values, which are first and foremost values of a strong and just state with effective institutions and rule of law.” – Mikhail Khodorkovsky on Open Russia, a movement he founded this year.

“I have a responsibility towards civil society, the media and the people who helped get me released” he noted shortly after his release on December 20th, 2013.

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“[Not being with the family] That is my huge debt which I do not know if I will manage to give back.” Khodorkovsky’s mother Marina Khodorkovskaya, who ran Koralovo Lyceum and campaigned for her son’s freedom, passed away in August.

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(fonte foto web)
(fonte foto web)

“I want you to know that there is another Russia” he declared at Maidan. I believe that Russia and Ukraine have a common, shared European development path. And I wish you luck. Fight and you will overcome.” Maidan, Kiev

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“Mikhail Borisovich, you became a symbol of truth about today’s Russia, symbol of weakness of Russian ruling elites and symbol of Russian pride and honor, courage and hope” said Adam Michnik giving Khodorkovsky the award of Man of the year of Gazeta Wyborcza

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Since the launch of Open Russia on September 20th, more than half a million people have joined us on openrussia.org and participated in the Open Forums online and visiting the Open Lecture in Kaliningrad, St Petersburg, Voronezh and Ekaterinburg.

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“If it [becoming a President of Russia] appeared necessary to overcome the crisis and carry out constitutional reform, so as to redistribute presidential powers in favor of the judiciary, parliament and civil society, I would be ready to take on this part of the work.” Le Monde Festival, Paris

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“A return to the European values that lie at the foundation of the Euro-Atlantic civilization, – a mental and political return – is the starting point for the new political course that could help Russia work its way out of the historical snare it is now in.” Freedom House Awards dinner, Washington

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“The European path means fair laws, their honest (the same for all) application, and, unconditionally, regular rotation of those in power, without which neither the first nor the second can be ensured.” Council on Foreign Relations, New York.

“The Russian democratic movement is in need of sophisticated and considerate influence rather than continuous pressure on Russia and Europe and I hope that the European civil society will help us foster such a coordinated effort.” Forum 2000, Prague.

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What can we do for the political prisoners in Russia? It seems to me that the key words here are freedom and love for the Motherland, a sense of responsibility for our country’s future.” Oslo Freedom Forum

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“How much damage it [the current regime] can cause in this time and what will come after it depends on our joint efforts.” Meeting with Foreign Affairs Committee of the European Parliament, Brussels

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Mikhail Khodorkovsky, 10 anni di ingiustizie

Khodorkovsky mikhail

Questo venerdì 25 ottobre 2013 Annaviva si unisce al resto del mondo nel ricordare Mikhail Khodorkovsky e i dieci anni dal suo arresto a mano armata nel 2003. Khodorkovsky ha trascorso gli ultimi dieci anni nelle colonie penali russe, ha affrontato due processi a sfondo politico e gravi abusi dei suoi diritti umani fondamentali. Attualmente è imprigionato in una colonia penale in Segezha, vicino al confine finlandese.
Khodorkovsky dovrebbe essere rilasciato ad agosto 2014. La sua famiglia ha chiesto alle autorità russe di rispettare la data stabilita dai tribunali. Il figlio di Khodorkovsky, Pavel, ha dichiarato: “È il momento giusto per liberare mio padre e la mia famiglia ci spera. Nel corso degli ultimi dieci anni, nonostante i ripetuti errori giudiziari e le violazioni dei suoi diritti, mio padre è rimasto fedele alla sua visione di una società democratica, aperta. Ha mantenuto un pensiero positivo, non si è mai disperato ed è fonte di ispirazione per la mia famiglia e non solo”.

In una recente dichiarazione, dopo aver ricevuto il prestigioso Premio Lech Walesa, conferito ogni anno dalla fondazione dell’ex presidente polacco e premio Nobel, Mikhail Khodorkovsky riferendosi alle “centinaia di persone, se non migliaia, nelle carceri russe a causa della loro posizione civile” ha detto: “Ognuno di noi ha resistito per qualcosa di diverso […]  siamo tutte persone con opinioni diverse, ma una cosa ci unisce oggi ed è il senso della nostra dignità“.

Per celebrare la data del 25 ottobre, Khodorkovsky.com ha lanciato un’app su iPhone e Android. L’applicazione fornirà agli utenti gli strumenti di base per presentare una petizione per chiedere la liberazione dei prigionieri politici russi in occasione dell’arrivo delle Olimpiadi invernali 2014. L’applicazione è attualmente disponibile su http://www.khodorkovsky.com/app e sarà disponibile presto su iTunes e Google Play.

Supporto in tutto il mondo

Di Mikahil Khodorkovski ha discusso il parlamento europeo e oggi 25 ottobre il mondo si riunisce per una serie di eventi dedicati ai prigionieri politici.
A Washington DC, l’Istituto per la Russia moderna (IMR), Freedom House e la Fondazione Lantos per i diritti umani e la giustizia ha tenuto una mostra fotografica a Capitol Hill, mettendo in evidenza i casi di Sergei Magnitsky, Alexei Navalny, i manifestanti Bolotnaya, le Pussy Riot [Nadezhda Tolokonnikova è tornata dall’ospedale ed è stata trasferita in un altro carcere], Anna Politkovskaya e Khodorkovsky.
A Londra, la Henry Jackson Society ha organizzato un evento nel parlamento britannico sul caso Khodorkovsky, mentre il Frontline Club ha ospitato una performance di scritti dal carcere di Khodorkovsky.
Letture di solidarietà si svolgono oggi in tutto il mondo, organizzate dalla International Literature Festival di Berlino. Mosca, Parigi, Berlino, Milano… saranno unite da un’unica iniziativa!

Partecipate con noi a Milano nella Libreria Popolare di via Tadino alle 21.30. Vi aspettiamo!!!

#PussyRiot in carcere

Riportiamo un’interessante commento sulla band femminile Pussy Riot, in carcere con la condanna di blasfemia, scritto dal giornalista Andrea Riscassi:

“Forse temevano che mettendole nella stessa colonia penale potessero improvvisare un altro concerto. Per attaccare Putin, il suo amico Kirill (patriarca della chiesa autocefala russa) e magari l’infame sistema carcerario della Federazione russa. Ereditato pari pari da quello sovietico. E mai rinnovato. Ma d’altronde il paese è guidato da uno che nella precedente vita aveva fatto carte false per andare a fare la spia del Kgb.

E così Masha Alekhina e Nadia Tolonnikova, le due Pussy Riot condannate a due anni di lavori forzati per 45 secondi di concerto anti-putiniano in chiesa, sono state distribuite nel vasto territorio della Russia.
Masha è finita a Perm, in Siberia, uno dei posti divenuti tristemente noti per le repressioni staliniane. Il gulag Perm-36 è stato chiuso (e l’ong Memorial lo ha trasformato in un museo della – scarsa – memoria russa) ma la colonia penale – milletrecento chilometri distante da Mosca – è ancora attiva.
Nadia, la più vivace del gruppo, è stata spedita in Mordovia, una delle carceri più dure della Federazione, dove da anni vengono denunciate violenze sessuali contro le detenute. Dista solo 440 chilometri da Mosca, dove vive la famiglia.
Entrambe sono madri di bambini piccoli ma la tirannide putiniana colpisce così dissidenti e oppositori.

È lo stesso trattamento riservato all’ex oligarca Khodorkovskij. Lo spiegarono i suoi genitori agli attivisti di Annaviva andati a trovarli a marzo: l’imprenditore inviso al regime – trattato alla stregua di un terrorista – ha diritto a una telefonata di 15 minuti, ogni sabato, per parlare con tutta la famiglia; i parenti possono andarlo a trovare una volta ogni due mesi. Ora Khodorkovskij non dista più 6000 chilometri dalla capitale (dove vivono moglie, figli e genitori) come a inizio detenzione. Ora per andare a trovare gli anziani genitori, i figli e la moglie impiegano solo un giorno e mezzo di viaggio…
Sarà lo stesso trattamento sovietico cui saranno sottoposte le due ragazze.

D’altronde, come ricorda il collega e amico Grigorij Pas’ko (autore dell’illuminante volume di Bollati Boringhieri “Come sopravvivere alle prigioni in Russia”) i russi, vittime dell’arbitrio di un regime che i più – obnubilati dalla tv – persino apprezzano, “si dividono in due categorie: chi sta in galera e chi si prepara ad andarci”. E Grigorij dà questo consiglio che, a malincuore, giro alle Pussy Riot ancora libere e agli oppositori russi (che ora hanno eletto, democraticamente, un consiglio di 45 rappresentanti) : “È meglio prepararsi all’ipotesi peggiore: il massimo periodo di isolamento e il massimo della pena nel campo di lavoro. Certo, all’inizio è un’idea difficile da accettare. Ti pesano i ricordi di una vita relativamente felice da libero, della moglie, dei figli (qui non si sa cosa è meglio, se averli oppure non averli – sei padrone di te stesso, e quindi non devi spaccarti la testa per la famiglia). Quindi, per non sentire questo peso, ficcati nella zucca una volta per sempre che ora non hai più niente e nessuno: né una casa, né una famiglia, né una macchina, né un lavoro, né onorificenze… Non sei nessuno. E non hai neppure un’identità. Carcerato. Una cosa senza nome. Una bestia”.

Le bestie, per quanto mi riguarda sono quelle che hanno condannato e vessano Mikhail, Masha e Nadia”.

In Germania si tornerà a protestare contro l’ingiusta incarcerazione delle Pussy Riot il 3 novembre con flash mob a Cologna e Bonn.