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Tornano le Pussy Riot. Pro Navalny

Il gruppo punk-rock femminista invita alla mobilitazione contro la condanna (politica) al blogger, oppositore di Putin. Condannato ha subito lasciato i domiciliari per andare a protestare sotto il Cremlino. Dove è stato nuovamente arrestato.
Mentre la crisi economica mette in ginocchio la Russia, il Cremlino cerca di mettere il bavaglio all’opposizione.

Annaviva pro Navalny, Pussy Riot e Shalabayeva

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Annaviva torna in piazza a Milano nei Giardini dedicati ad Anna Politkovskaja.
Come avvenuto a Mosca, l’associazione chiede giustizia per Aleksey Navalny perché non si fermi la sua candidatura a sindaco di Mosca.
Si sono ricordate anche le due Pussy Riot in carcere da un anno e mezzo per il concerto anti-putiniano nella Chiesa del Cristo Salvatore.
E polemizzato col governo italiano che ha concesso l’espulsione della kazaka Shalabayeva, moglie di un dissidente. È stata chiesto che sia allontanato dall’Italia l’ambasciatore kazako.
Qui il video:

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Annaviva back to the streets in Milan in the Gardens dedicated to Anna Politkovskaya.
As was the case in Moscow, the association demands justice for Aleksey Navalny that does not stop his candidacy for mayor of Moscow.
They also remember the two Pussy Riot in prison for a year and a half for the anti-Putin concert in the Church of Christ the Saviour.
And polemic with the Italian Government which granted the expulsion of the Kazakh Shalabayeva, wife of a dissident. It was requested that the ambassador left Italy Kazakhstan.

Mosca, photogallery della Marcia dei milioni

Si è svolta oggi a Mosca la preannunciata Marcia dei milioni, la nuova manifestazione di protesta contro la discussa rielezione a presidente di Vladimir Putin lo scorso marzo. La marcia si è svolta all’indomani delle perquisizioni a casa degli oppositori, dopo l’approvazione della legge contro le dimostrazioni non autorizzate, in concomitanza con la festa nazionale russa del 12 giugno. Per questo motivo si temevano scontri tra l’opposizione e le forze dell’ordine ma alla manifestazione di oggi non ci sono stati problemi. Ricordiamo che all’ultimo evento di protesta del 6 maggio erano stati arrestai oltre 400 manifestanti tra cui i leader dell’opposizione russa, NavalnyUdaltsov.

Secondo gli organizzatori erano presenti 20mila persone (10mila secondo la polizia).

Ecco alcune foto scattate durante la Marcia dei milioni e postate su twitter dai manifestanti con l’hashtag  #12июня:

Tutto il racconto della giornata (in lingua inglese) sul sito di The Moscow Times

Mosca, caccia agli oppositori

Stamattina a Mosca stanno facendo le perquisizioni nelle case degli oppositori. L’appartamento di Nemtsov è circondato da OMON, la polizia è nelle case di Navalny, Udaltsov, Yashin, Sobchak e gli altri. La polizia cerca di sfondare (illegalmente, che sia chiaro) anche la porta dell’appartamento di Aleksey Sahnin in Zhukovskiy (periferia di Mosca). E’ caccia agli oppositori!

In casa di Alexey Navalny, uno dei principali leader dell’opposizione hanno trovato una maglietta con scritto: La Russia Unita – il partito dei truffatori e dei ladri (vedi foto).

Gli OMON sono entrati anche nell’appartamento della giovane Maria Baronova facedo irruzione dal balcone. Maria non era in casa e la polizia ha trovato solo sua figlia di 5 anni con la nonna.

Gli OMON hanno già avvisato che faranno almeno 10 perquisizioni oggi.

Motivo: fermare/arrestare i leader dell’opposizione per impedire la loro presenza alla manifestazione del 12 giugno.

Denis Bilunov, sulla sua pagina facebook, conferma la situazione: “Следственный комитет РФ подтвердил, что утром 11 июня проходят обыски дома у “ряда организаторов и участников митинга на Болотной площади”, в том числе у Алексея Навального, Сергея Удальцова и Ильи Яшина. Всего следствие планирует провести в понедельник “не менее десяти обысков”.

L’opposizione contro Putin. Navalny e Udaltsov di nuovo liberi

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Intanto due dei leader dell’opposizione russa Aleksey Navalny e Sergey Udaltzov tornano in libertà. Entrambi hanno scontato una pena amministrativa di 15 giorni, colpevoli di aver organizzato le ‘passeggiate del popolo’, ovvero i sit-in in giro per Mosca di cui di aveva parlato qualche settimana fa Denis Bilunov durante un incontro con gli amici di Anna Viva. Le proteste in strada, tra l’altro continuano tuttora.

Denis Bilunov:”In Russia qualcosa sta cambiando”

Annaviva è in queste ore con Denis Bilunov alla Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano, per parlare della situazione politica in Russia.

L’opposizione è attiva e numerosa (alle manifestazioni di domenica 6 maggio hanno partecipato tra le 60mila alle 100mila persone provenienti da tutto il Paese, non solo moscoviti, a differenza delle manifestazioni di dicembre. Sarebbero stati anche di più ma, in 72 casi, la polizia è intervenuta per bloccare i manifestanti, per esempio chiudendo la stazione ferroviaria).

Rispetto alle proteste degli ultimi mesi, Bilunov sottolinea che nelle ultime proteste c’è stata più voglia di provocare gli scontri con la polizia che controllava che il corteo seguisse il percorso prestabilito (per potervi accedere bisognava superare i metal detector).

Qualche risultato è stato ottenuto. Per esempio Denis Bilunov dice che a novembre, per poter formare un partito, servivano 45mila firme provenienti da 43 diversi Paesi della Federazione russa (ovvero la metà delle regioni) mentre ora ne bastano 500.

“Alle manifestazioni di marzo non c’era tanta gente quanto durante le proteste di dicembre e febbraio. Le persone erano deluse e rassegnate”, continua Bilunov. “I radicali hanno quindi deciso di indirre una specie di guerra per il 6 maggio, il giorno prima dell’investitura di Putin“. Così è stato…
Non tutta l’opposizione era d’accordo, però. Si sentiva il bisogno di qualcosa di più aggressivo rispetto al solito comizio ma non il confronto violento. La soluzione era quella di organizzare, dopo il discorso, un accampamento in strada fino a quando la polizia lo avrebbe reso possibile. In questo mondo si sarebbe potuto attirare maggiormente l’interesse mondiale.
Alla vigilia del 6 maggio Bilunov non si sarebbe mai aspettato tutta quella folla (secondo lui, erano come minimo 50mila). Vista la situazione, si è deciso di fermare il corteo al ponte che porta al Cremlino, senza girare nella via a destra come pattuito con le autorità. L’intenzione era solo quella di spaventare ma qualcuno, particolarmente arrabbiato, è andato oltre… così sono iniziati gli scontri. La polizia ha usato i manganelli, fumogeni, macchine ad acqua a pressione… Ci sono stati lanci di molotov, probabilmente portati da provocatori, visti i controlli rigidi e rigorosi che facevano all’ingresso del corteo.
Navalny e Udaltsov, a quel punto, hanno cercato di parlare alla folla dal palco ma sono stati arrestati. I manifestanti sono rimasti poi in strada fino alle 22 e per una ventina di minuti sono riusciti anche ad aprire le tende. La manifestazione è stata un successo.

“Dal 7 maggio ci sono persone che cercano di accamparsi in giro per la città – racconta Bilunov – Se vengo mandati via, loro si spostano da un’altra parte e ricominciano, senza violenza. Se arrivano i poliziotti cercano di scappare. Le persone decidono questa specie di ‘campeggi’ con i social network“. Questa forma di protesta sta funzionando anche a San Pietroburgo. Da domenica circa mille persone sono state arrestate e, alcuni di loro, persino più di una volta.

“In questo momento – racconta il nostro ospite – mille persone sono accampate e cantano con una chitarra in stile Woodstock. La polizia sta aspettando di decidere il da farsi perché sanno che se li mandano via, questa gente si posizionerà da un’altra parte di Mosca“.

Secondo Bilunov, l’autorità cercherà di tenere Navalny e Udaltsov in carcere più tempo possibile ma vista la protesta in atto potrebbe avere paura. Forse anche la rinuncia di Putin di andare al G8 negli Usa è dovuta alla situazione in patria e alla possibilità di critiche da parte degli altri capi di Stato.

“Per risultati solidi non bastano le proteste, serve una struttura politica ma la gente non è pronta, molti sono influenzati dall’idea che la politica significhi solo corruzione e non bisogna creare partiti o simili. Il nostro, soprattutto mio compito essendo uno dei mediatori più abili, è quello di mettere tutti a un tavolo e cercare di formare, se non un partito, un ente pubblico che unisce sotto un certo slogan tutto quello che sta succedendo. Così potremo dire alla gente cosa fare, facciamo vedere come la democrazia può funzionare e creare un’alternativa credibile. Ci sono decina di migliaia di persone disponibili a seguirci ma dobbiamo poi convincerli delle nostre idee”. Per Bilunov, nonostante l’opposizione sia molto eterogenea (le ideologie importanti sono tre: comunisti, nazionalisti e liberali-democratici, come Bilunov) c’è la possibilità di trovare un accordo.

“Il gioco di Putin è stare al centro, né a destra, né a sinistra, senza dei veri e propri valori politici, ideologie. Forse quello che gli importa sono solo i soldi. Il potere potrebbe essere solo un mezzo per conservare il suo patrimonio”, risponde il nostro ospite a una domanda. “Altrimenti avrebbe già stipulato accordi con l’Ucraina“.

Per il 12 giugno, in occasione della festa di indipendenza, ci sarà un’altra grande manifestazione. Intanto continueranno sit-in in strada come stanno succedendo in questi giorni.

Secondo Denis Bilunov non c’è il pericolo che Putin agisca in modo autoritario sulla Costituzione per paura delle reazioni internazionali, la Russia ormai fa parte dell’Europa e dell’Occidente.

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