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Lugano, al Festival dei diritti umani il documentario The Term sull’opposizione in Russia

SrokIl 17 ottobre, nell’ambito del Festival dei diritti umani, verrà proiettato a Lugano, il documentario The Term (Srok) di Pavel Kostomarov, Alexey Pivovarov e Aleksandr Rastorguev sulla situazione politica e sul ruolo dell’opposizione in Russia.

La proiezione si terrà alle 14.30 alCinestar – sala1.

Nel 2015 il film è stato nominato “miglior documentario” dalla Russian Guild of Film Critics.

Ecco il trailer:

Dopo la proiezione del film ci sarà il dibattito dal titolo “La roulette russa della democrazia” con i relatori Andrea Pipino, giornalista ed editor delle pagine europee di Internazionale, e Alessandro Vitale ,Assistant Prof. di Analisi della politica estera e di geografia economica e politica all’Università degli studi di Milano.

Modera l’incontro Giuseppe D’Amato, giornalista, esperto di questioni russe

Programma completo del Festival: http://www.festivaldirittiumani.ch/programma

Corte Strasburgo dichiara illegittimo l’arresto di Kasparov

kasparov

La Corte di Strasburgo ha dichiarato illegittimo l’arresto di Garry Kasparov, l’ex scacchista oppositore di Vladimir Putin, durante una manifestazione a Mosca contro le politiche del Cremlino nel 2007. Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo fu una violazione della libertà di riunione e di associazione. Per questo e per non avergli garantito un processo equo, la Russia dovrà pagare 10.000 dollari (circa 7000 euro) a Kasparov, ora residente a Ginevra.

L’arresto di Kasparov e di altri otto oppositori, continua la Corte di Strasburgo, “non era una misura proporzionata per mantenere l’ordine pubblico”.

Kasparov, all’epoca dell’arresto era uno dei leader del movimento Altra Russia. Fu detenuto per cinque ore in un commissariato di polizia, poi portato davanti a un tribunale e condannato a pagare una multa di mille rubli (circa 23 euro) per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata.

Fonte: Agi

Vi aspettiamo lunedì 7 ottobre per ricordare insieme Anna Politkovskaja  

Una Russia senza Putin

Poco prima delle elezioni presidenziali di marzo 2012, i sostenitori di Putin hanno diffuso questo video in risposta allo slogan dell’opposizione “una Russia senza Putin“. Il video è stato caricato su youtube ed è poi andato in onda su una televisione a favore del Cremlino pochi giorni prima dal voto:

L’atmosfera apocalittica è rafforzata dal ritmo serrato del montaggio e la segnalazione precisa dei mesi e degli anni serve a rendere lo scenario più realistico e quindi verificabile.

L’Huffington Post ha inserito il video tra i 10 più involontariamente divertenti: http://www.huffingtonpost.com/2013/08/10/hilarious-propaganda-videos_n_3727471.html
L’articolo sottolinea che il video fa leva sui timori della popolazione russa ovvero tornare all’umiliazione (l’arsenale russo verrebbe controllato dagli americani), alla sofferenza e alla povertà del passato (inflazione, disoccupazione, guerre civili, violenza in strada,…).

Flash Mob per Alexey Navalny

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Martedì 23 luglio 2013 alle ore 18,30, Annaviva organizza un flash mob dedicato al leader dell’opposizione russa Alexey Navalny, condannato a 5 anni per appropriazione indebita, tra i candidati alle elezioni municipali di Mosca dell’8 settembre.

Appuntamento ai giardini Politkovskaja, Milano, martedì 23 luglio alle ore 18,30

#PussyRiot ancora in carcere

Pussy riotLe #PussyRiot rimangono in carcere. Mentre a Milano, Annaviva si preparava al presidio in via Dante (ore 17,30), così come sta avvenendo in tutto il mondo, i giudici russi hanno respinto la richiesta di sospesione della pena di una delle due ragazze, Maria Alekina, per accudire il figlio, essendo anche mamma single.

Annaviva, oltre al presidio di oggi pomeriggio, si ritrova domani sera alle 20 all’Ostello Bello di Milano per presentare un percorso espositivo sugli arresti successivi alla grande manifestazione moscovita del 6 maggio 2012, convocata dalle opposizioni dopo le elezioni presidenziali. La colonna sonora sarà affidata a DJ Dago di Elita dalle ore 21 alle 23. In questa occasione potrete acquistare una copia del nuovo libro “Una preghiera punk per la libertà” che raccoglie le lettere dal carcere, poesie, canzoni, dichiarazioni al processo delle #PussyRiot che ha scosso il mondo.
Verranno inoltre presentate “5 Storie Strane”, una serie di storie vere, a volte al limite del paradosso, che pongono l’accento sul sistema giudiziario russo.
L’evento, in generale, vuole fare luce sulla attuale situazione politica in Russia, dove il “regime democratico” sta effettuando dei cambi costituzionali e sulla libertà d’espressione che spetterà agli ospiti giudicare.
Durante la serata verranno raccolti fondi per la difesa dei ragazzi arrestati a maggio 2012 e ancora oggi privati della loro libertà.

Vi aspettiamo!!

17 settembre #FREEPUSSYRIOT

#FREEPUSSYRIOT. STRATEGY 17

Un mese esatto fa, il 17 agosto, la condanna delle Pussy Riot. Per le tre ragazze del gruppo punk femminista il concerto anti-putiniano nella Cattedrale del Cristo Salvatore è costato 2 anni di lavori forzati.

Nella Russia di Stalin le tre ragazze sarebbero sparite nel nulla. Mariti e fidanzati le avrebbero disconosciute. Genitori e fratelli le avrebbero accusate di aver tradito il popolo sovietico.

Nella Russia di Putin hanno subito una condannano esemplare. Prima cinque mesi di carcerazione preventiva. Poi una condanna a due anni di colonia penale. Colpirne tre per educarne cento.

Quell’opposizione alla tirannide putiniana che in questi mesi ha rialzato la testa. Cortei oceanici, flash mob, occupazione e infine gli scontri del 6 maggio in Bolotnaja, l’acquitrino davanti al Cremlino. Lo stesso metaforico acquitrino da cui i gruppi anti-putiniani (che vanno dai comunisti al liberali, dai socialisti ai libertari) cercano di tirar fuori la Russia.

Le Pussy Riot, con le loro calzamaglie, con le loro balaclave colorate rappresentano un simbolo, un simbolo di ribellione, di pacifica rivolta, di indignazione.
È la stessa maschera di V per Vendetta adottata da Ows.
Arrestate delle persone. Ma non potete arrestare dei simboli.
Chiunque indossi la balaclava diventa una Pussy Riot. Dice no al regime liberticida e repressivo.
Per questo oggi, 17 settembre, Annaviva lancia la sua seconda mobilitazione per le Pussy Riot.
Dopo essere stati in via Dante a Milano il giorno della sentenza, questa sera militanti dell’associazione nata per ricordare Anna Politkovskaja hanno messo le balaclave colorate ad alcune statue milanesi: su quella a Indro Montanelli ai Giardini pubblici, su quella a San Francesco in via Moscova e su quella di Giuseppe Mazzini in Piazza della Repubblica a Milano
Simboli per dire che non abbiamo dimenticato.
Ogni 17 del mese saremo da qualche parte.
Per non far dimenticare nessuno.

No pasaran!! #FREEPUSSYRIOT

English Press Release

Милан, Италия: в знак протеста против ареста группы Пусси Райот, бойцы из Милана надели балаклавы на три известные статуи в северном Итальянском городе.
Сегодня, 17 августа, ассоциация Аннавива запустила вторую волну акций поддержки Пусси Райот. После организованного марша на вия Данте в Милане в день вынесения приговора группе, сегодня ночью в Милане организаторы Аннавива наденут цветные балаклавы на статую усопшего журналиста Индро Монтанелли в городском парке, названном в его честь. Еще одна балаклава была надета на Святого Франсиса на вия Москова, а третья на на статую Мадзини на площади Реппублики.
Ровно один месяц назад, 17 августа, три девушки из феминистической панк группы Пусси Райот были приговорены к двум годам колонии за их выступление против В.В.Путина в храме Христа Спасителя в Москве.
Во времена Сталина три девушки бы просто пропали без вести. Мужья бы перестали иметь с ними что-то общее. Родители и семьи обвинили бы их в предательстве советских принципов.
В Путинской России Пусси Райот были использованы как пример: пример, который должен был предостеречь остальных. Прежде чем начался судебное слушание, девушки были продержаны взаперти в течении 5 месяцев. Затем Русское правосудие приговорили их к двум годам колонии. Все это, очевидно, служило способом напугать их троих, одновременно запугивал сотни из соотечественников.
Путин хочет вытоптать всякую оппозицию его диктатуре. Массовые протесты, флеш мобы, оккупаи и, наконец, протест Болотной шестого мая. Именно из болота пытаются достать Россию анти-путинские группы от коммунистов до либералов и социалистов.
Пусси Райот с их вырви-глаз колготками и балаклавами символизируют собой протест и негодование без насилия так же, как В как Вендетта символизировали оккупай Уолл Стрит.
Люди могут быть арестованы и закрыты за семью дверями, но символы нельзя заглушить.
Все, кто надевает на себя балаклаву, становится одним из Пусси Райот, и заявляет свое несогласие с репрессивным режимом, который пытается задушить свободу слова.
Мы использует эти символы, чтобы показать, что мы несогласны.
Каждый 17 день месяца мы будем где-то.
Никто не будет забыт.
No Pasaran! #FREEPUSSYRIOT

Intervista anonima a un tenente di polizia OMON: “Putin ci ha imbrogliato”

Riportiamo la notizia tradotta e pubblicata da Cristian Zinfolino sul suo blog Bibrinews:

Ol’ga faceva parte del cordone di sbarramento alla “Marcia dei milioni” il 6 maggio a Mosca. Si è a lungo rifiutata di essere intervistata, sostenendo che non avrebbe cambiato nulla, né nei rapporti tra potere e polizia, né nei rapporti tra polizia e cittadini. Alla fine, ha accettato di fare una intervista in condizioni di anonimato. Ol’ga ci ha raccontato per quale motivo i suoi compagni non amano né il potere, né l’opposizione e per quali ragioni lei e i suoi colleghi credono ora solo in Dio.

Pensa che la reazione degli OMON verso il movimento di protesta è stata adeguata?
No. La reazione è stata inadeguata. Ma l’OMON non prende da sola tali decisioni. Abbiamo un comando: prova a non ubbidire o a non farlo. Io so che gli stessi soldati non volevano agire con tanta violenza.
Il 6 maggio per un po’ sono stata nel cordone di sbarramento lungo la strada e dopo ho compilato dei verbali e ho compiuto le pratiche necessarie per l’arresto. A volte sono anche io stessa ad arrestare. Certo. Ma noi arrestiamo in maniera selezionata: nel nostro distretto c’è un generale molto credente e la sua politica è “non toccare le persone pacifiche”.

Quindi il 6 maggio avete preso esclusivamente gente non pacifica?
Per quello che capisco io, le persone non pacifiche sono gli ubriachi, quelli che fanno uso di droghe o quelli che provocano una rissa di massa o spingono i cittadini e gli OMON ad azioni aggressive. Il 6 maggio da me sono stati portate solo persone così.
In generale, quel giorno l’atmosfera si era così riscaldata che non era possibile prevedere come sarebbe andata a finire. E a noi donne è stato chiesto di uscire dal cordone ancor prima dell’inizio della manifestazione.

Come avete capito che ci sarebbero stati dei disordini?
Abbiamo i nostri informatori. Ci hanno comunicato che si stavano preparando gli skinhead, i nazionalisti e gli anarchici e in quale luogo ciò avveniva. Ci hanno detto che ci sarebbero state persone predisposte alla violenza.
Tra quelli per cui ho firmato l’arresto il 6 maggio, ho visto persone molto anomale. Non ho trattenuto nessuna persona arrestata per  motivi inesistenti.
In generale, oltre a quelli che manifestano perché amano il loro Paese, tra i manifestanti ci sono molte persone anomale. A esempio, Udal’cov, secondo me, è matto. Capisco che lui sia per la Russia, che lui è un idealista, ma se lei avesse visto come si è comportato al commissariato! Io lo avevo già visto prima del 6 maggio, quando è stato portato da noi per essere arrestato. Lui urlava, rideva e piangeva, saltava, batteva le mani, si è tolto lo maglietta e se l’è avvolta intorno alla testa. Eravamo otto persone: poliziotti, avvocati, il nostro capo e non sapevamo proprio cosa fare con lui. Con ciò io non voglio certamente negare che lui sia uno psicologo molto bravo. Riesce a vedere attraverso le persone.

Lei come si rapporta alla protesta in sé, ai suoi obbiettivi?
In modo negativo.

Cioè a lei tutto quello che sta avvenendo in questo Paese piace?
Non mi piace per niente! Né a me, né a nessuno dei miei colleghi. Putin ci ha imbrogliato. Ci ha promesso una salario e ce ne ha dato un’altro. E non solo per questo non ci va bene: a noi non piace né lui, né la sua politica. Tra di noi, di persone soddisfatte non ce n’è neanche una. Ma io non capisco come queste manifestazioni possano cambiare la situazione.
Se noi non andiamo alle manifestazione con i rinforzi, ci licenziano. Prima del 6 maggio un nostro ragazzo entrando in servizio ha detto «Io non vado. Non mi pagano per farlo. E non voglio incastrare dei semplici cittadini». E’ stato licenziato due ore dopo!
A queste manifestazione proprio nessuno vuole andare, perché non veniamo pagati. Te ne stai lì fino a mezzanotte, ti insultano e ti istigano all’uso della violenza, e quando tutto finisce, nessuno organizza un mezzo per portarti a casa.
Per la garanzia dell’ordine durante le manifestazioni viene stanziata una certa quota di denaro, ma ai lavoratori ne arriva tutta’altra.

Nel giorno della salita alla presidenza di Putin, l’OMON ha arrestato la gente semplicemente perché indossava un nastro bianco. Cosa mi può dire a riguardo?
Per quanto ne so, gli OMON sono stati incaricati di isolare i “nastri bianchi” e i loro avversari. Perché temevano lo scoppio di scontri.

Cioè questo è stato fatto per la sicurezza dei manifestanti?
In un certo senso sì. Perché avevano previsto disordini di massa all’indomani del 6 maggio.

La polizia ha un senso di alienazione dal popolo?
Sì.

E’ un male?
Forse non è né un bene né un male. Non è in nessun modo.

Qui può cambiare qualcosa?
Io credo poco che il rapporto della gente con la polizia possa cambiare. A esempio, nel giorno del mio compleanno è venuto da me un autobus pieno di colleghi in uniforme. Si sono fermati davanti alla porta cantandomi Buon Compleanno. Una mia vicina è uscita e ha detto: “Guarda quanti idioti nel solito posto…”. Se io giro per strada in uniforme, iniziano a fischiare, a battere le mani…Ma se bisogna dare attenzione a tutti gli stupidi, ci si offenderebbe molto. E l’umore deve rimanere positivo…

E esiste un senso di alienazione dallo Stato?
Sì, esiste, e non va bene. Perché lo Stato non ci sente. Tuttavia, se vediamo qualcuno contro lo Stato, lo arrestiamo. Non molto tempo fa, alla fermata della metro “Studenčeskaja” delle persone si sono avvicinate, hanno iniaziato a gridare qualcosa contro il Governo e il Presidente. Li abbiamo presi, abbiamo redatto il verbale e li abbiamo rilasciati. Nessuna multa, gli abbiamo semplicemente detto che non c’è bisogno di urlare, non c’è bisogno né di manifesti né di slogan.

Una persona può dire di essere contro lo Stato?
Certo che può. E’ suo diritto.

E perché non c’è bisogno di manifesti?
Non so. (Ridendo)

Che cosa ha cambiato la riforma della polizia?
Ha semplicemente cambiato il nostro nome (N.d.T.: in precedenza, milizia) e hanno buttato via tanti soldi. Ci abbiamo tutti riso sopra.s

Cosa mi dite di Nurgaliev (N.d.T.: Ministro della Difesa)?
Di lui non possiamo parlare bene, perché non ha fatto nulla di buono per noi. Nurgaliev aveva un posto vacante nel governo. Grazie a lui anche la nostra uniforme è peggiorata. Ad esempio, per la mia altezza e il mio corpo di misure non-standard, ricevere una scorta di uniformi gratuite è stato pressoché impossibile. Mi sono dovuta cucire l’uniforme ordinata con i miei soldi!
Con Nurgaliev la mia paga è di 22400 rubli (537€). E talvolta lavoriamo dalle sei del mattino fino alle undici di sera, e spesso fino a mezzanotte.

E adesso quanto prende?
43700 rubli (1047€). Credo sia decente. Ma provi a pensare: possono colpirmi alla testa in ogni manifestazione; io, quando esco per chiamate ordinarie, posso beccarmi una pallottola. Io rischio la mia vita per 43700 rubli.

Fonte: Snob   Traduzione: Cristian Zinfolino

Tutto sugli scontri di domenica scorsa a Mosca con Denis Bilunov e Andrea Riscassi. Appuntamento giovedì 10 maggio a Milano

In attesa dell’incontro con  Denis Bilunov, membro del Comitato Esecutivo del Movimento Solidarnost, e il giornalista Andrea Riscassi, giovedì 10 maggio a Milano alla Libreria Popolare di via Tadino 18, mentre Vladimir Putin viene incoronato in presenza di Silvio Berlusconi, Gehrard Schröder e Arnold Schwarzenegger, ecco l’immagine che spiega come le autorità hanno provocato gli scontri in Bolotnaya domenica scorsa…

Ulteriori chiarimenti verranno fatti giovedì da Denis Bilunov e Andrea Riscassi… vi aspettiamo!