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Sochi 2014, spionaggio e social network

sochi 2014

Riportiamo un articolo di Lsdi.it su Sochi 2014, l’uso dei social network e il pericolo spionaggio. Il portale riporta in primo luogo quanto scritto da Max Seddon, corrispondente di BuzzFeed:
Vasily Konov, capo dell’agenzia di stampa statale R –Sport, che controlla l’accreditamento ai giochi di febbraio, ha spiegato in un seminario per giornalisti sportivi venerdì scorso che l’uso da parte dei giornalisti della carta stampata di qualsiasi tipo di strumento multimediale ‘verrà considerato una grave violazione e potrà portare all’annullamento degli accrediti’’, come hanno riferito diverse testate russe. Solo i giornalisti con attrezzature professionali e particolari badge saranno autorizzati a farlo.
Konov avrebbe poi smentito l’affermazione che è stata però segnalata anche Radio Free Europe.

Lsdi.it aggiunge un altro particolare interessante: i giornalisti possono usare i social network durante le olimpiadi di Sochi 2014, ma non possono pubblicare video. Lo dice Poynter.org che trascrive una email inviata da Mark Adams, portavoce del comitato olimpico:
“I partecipanti e le altre persone accreditate non possono postare video e/o audio degli eventi, delle gare o di altre attività che si verificano nei luoghi delle olimpiadi (tra cui i villaggi olimpici). Tali video e/o audio devono essere registrati soltanto per un uso personale e, in particolare, non devono essere caricati e/o condivisi su nessuna delle piattaforme di social media o di un sito web”.

E Shaun Walker sul The Guardian scrive:
“Atleti e spettatori dei giochi olimpici invernali di Sochi dovranno avere a che fare con uno dei più invasivi e sistematici sistemi di spionaggio e sorveglianza della storia dei giochi. Il Fsb, potente servizio di sicurezza russo, prevede di riuscire a garantire che nessuna comunicazione da parte dei concorrenti o degli spettatori resterà senza controllo durante l’evento, secondo un dossier redatto da un team di giornalisti investigativi russi che stanno seguendo i preparativi per i Giochi 2014″.

Come ricorda Lsdi.it, anche a Londra 2012 dovevano essere proibiti foto e video sui social network. Ad aprile 2012, a dei giornalisti, che stavano facendo delle riprese di una strada dove c’era una sede olimpica, era stato ordinato di smettere, spiegando che quel’ordine si basava sulle norme antiterrorismo. Ma poi i social network furono un elemento costante delle olimpiadi di Londra.

A Sochi sarà diverso, come spiega Walker sul The Guardian:
“I giornalisti Andrei Soldatov e Irina Borogan, esperti sui sistemi di sicurezza russi,[…] hanno scoperto che sono state apportate grosse modifiche alle reti telefoniche e wi fi a Sochi per garantire un ampio sistema di monitoraggio e di filtraggio di tutto il traffico, attraverso Sorm, il sistema russo di intercettazione delle comunicazioni telefoniche e internet”.

“Vivo la vita e scrivo di essa”, tesi di laurea sul giornalismo di Anna Politkovskaja

anna-profilo.jpgOggi vi segnaliamo un’interessante tesi di laurea su Anna Politkovskaja dal titolo “Vivo la vita e scrivo di essa”: il giornalismo di Anna Politkovskaja L’ha scritta Serena Marazzato, neo dottoressa in Lettere, letterature e culture moderne e può essere scaricata gratuitamente dal sito http://tesi.cab.unipd.it/42053/

“Si tratta di un lavoro modesto – ha commentato Serena nella email che ci ha inviato – ma spero che possa essere comunque un punto di partenza o uno spunto per altri studenti, affinchè possano conoscere meglio questa grande giornalista“.

Ringraziando Serena per questo importante lavoro, trascriviamo una parte dell’introduzione alla sua tesi “Vivo la vita e scrivo di essa”: il giornalismo di Anna Politkovskaja e vi invitiamo a leggere il lavoro completo al link http://tesi.cab.unipd.it/42053/

“La Federazione Russa si trova attualmente in un momento storico molto delicato. Le discusse vicende dei presunti brogli elettorali della fine del 2011 hanno provocato proteste contro il governo Putin senza precedenti nella storia del Paese. La chiamano “la rivoluzione bianca”, per via della neve sotto la quale i manifestanti anti-Putin – in migliaia nelle piazze di tutta la Federazione – hanno resistito per ore pur di esprimere le proprie idee. Non sono solo i numeri a sbalordire, ma anche i modi in cui si sono manifestati questi moti di protesta. La parole d’ordine della rivoluzione bianca, come in altre zone del mondo agitate da moti di sollevazione popolare, è “social network”, per mezzo dei quali è stato possibile avvicinare e coinvolgere massicciamente le persone, cosa non facile nel Paese più vasto del mondo. I leader della dissidenza russa contemporanea, tra i quali figurano Aleksej Naval’nyj, avvocato e attivista politico, e Sergej Udal’cov, uno dei principali organizzatori delle manifestazioni di Mosca, pubblicano tramite i loro blog informazioni e articoli che non verrebbero mai trasmessi dai mass media ufficiali. Le forme di dissidenza oggi, diversamente dall’epoca sovietica, sono varie, si passa dalle semplici (ma non così scontate)
manifestazioni di massa nelle piazze, alle più trasgressive performance delle Femen ucraine, fino ad arrivare alla tanto chiacchierata esibizione punk delle Pussy Riot nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Modi diversi, stesso obiettivo: denunciare il regime di Vladimir Putin e il suo governo…”