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Putin a Expo, Annaviva in piazza 

Il prossimo 10 giugno Vladimir Putin sarà presente a Milano, a EXPO 2015, nella giornata dedicata alla Russia.Troppe morti violente tra gli oppositori di Putin in questi anni; tra tutte vogliamo ricordare l’assassinio di Anna Politkovskaja il 7 ottobre 2006, giorno del compleanno di Valdimir Putin e quello di Boris Nemstov, alla fine dello scorso mese di febbraio.

Anna e Boris avevano fatto della loro vita un inno alla coerenza, interamente dedicata alla battaglia per i diritti umani e per la libertà di espressione: sempre contro Putin e le sue politiche egemoniche.

AnnaViva scende in piazza, ancora una volta, per ricordare i diritti umani ed il diritto alla libertà di pensiero e di espressione che abbiamo visto tante volte calpestati ed oppressi in Russia.
MARTEDÌ 9 GIUGNO 2015 – ORE 18.00

GIARDINI ANNA POLITKOVSKAJA

MILANO

L’OMBRA DEL CREMLINO SULL’EUROPA. La Russia di Putin e le attuali relazioni con i paesi europei

Annaviva e Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano

vi invitano all’evento:

L’OMBRA DEL CREMLINO SULL’EUROPA – La Russia di Putin e le attuali relazioni con i paesi europei

Lunedì 30 marzo 2015, ore 20.30, presso Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, 

Via Sebastiano del Piombo 11 – Milano

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Introduzione

Claudio Barazzetta, – Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano

Intervengono:

Denis Bilunov – esponente dell’opposizione russa (via Skype)

Nikolaj Khramov – rappresentante dei radicali a Mosca (via Skype)

Antonio Stango – segretario generale del Comitato Helsinki Italia per i diritti umani (via Skype)

Modera:

Edoardo Da Ros – Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano

*vi informiamo che Gianluca Savoini, presidente Lombardia – Russia, non sarà presente al dibattito.

Trieste, La Russia di Putin con il prigioniero politico Andrey Mironov

PutinVi segnaliamo che il 3 dicembre a Trieste, in occasione dell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Amnesty International, Gr 121 di Trieste, organizza un incontro con Andrey Mironov, ex-dissidente e prigioniere politico sovietico, sul tema La Russia di Putin.

Andrey Mironov, giornalista e attivista russo, fu arrestato nel 1985 e condannato alla detenzione in un gulag. Mironov venne condannato a quattro anni di detenzione e tre di esilio interno per propaganda sovversiva antisovietica in base all’art. 70 del Codice Penale e mandato in un campo di lavoro per criminali statali particolarmente pericolosi, in Mordovia, circa 600 chilometri a est di Mosca. In prigione e poi nel campo viene rinchiuso in cella di punizione sei volte, messo in una cella con detenuti comuni, durante il processo venne simulata un’impiccagione, svenne.

Dopo un anno e mezzo venne liberato, dichiarò: “sono un turista che ha visitato il gulag”.

Verso la fine del 1986 l’economia dell’Urss stava attraversando una crisi gravissima, il Paese non poteva reggere senza i crediti occidentali. Andrey Mironov era stato condannato per aver rivelato una pesante diminuzione nella produzione di petrolio, da cui l’economia sovietica dipendeva totalmente e per aver distribuito in samizdat (distribuzione clandestina) I Racconti della Kolyma di Varlam Salamov. Gorbaciov e Reagan si incontrarono a Reykjavik, le linee di credito avrebbero potuto essere riattivate dopo la liberazione di 140 detenuti, tra cui lo stesso Mironov.

Durante la guerra in Cecenia Andrey Mironov ha organizzato incontri tra rappresentanti ceceni e deputati russi per una soluzione pacifica del conflitto. In Cecenia ha incontrato Laura Boldrini e ha subito un’aggressione, rimanendo ferito.

La Russia di Putin
Martedì 3 dicembre 2013, alle ore 17
sala Tessitori del palazzo di piazza Oberdan 5, a Trieste

Intanto, sul fronte ucraino, dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, anche a Milano, Yulia Timoshenko ha annunciato uno sciopero della fame per spingere il presidente Viktor Yanukovich a firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Ue. In seguito alle proteste, lo stesso Yanukovich ha dichiarato in video: «Voglio che la calma e la pace regnino nella nostra grande famiglia ucraina».

Putin, la Siria e la Cecenia

Putin Siria

Vi proponiamo un commento di Kim Zigfeld, Amerikanthinker.com, su quanto successo nelle ultime settimane tra Putin, Siria e Obama:

Scrivendo sul New York Times nel 1999 , Vladimir Putin ha sostenuto che la Russia poteva bombardare la Cecenia indipendentemente da ciò che il resto del mondo avrebbe potuto pensare . Scrivendo sullo stesso giornale nel 2013, ha  sostenuto che gli Stati Uniti non potevano  bombardare la Siria senza l’approvazione del resto del mondo.
L’ultimo editoriale di Putin per il Gray Lady [nomignolo per The New York Times, ndr.] è l’espressione ultima dell’universo neo- sovietico parallelo in cui Putin vive , un mondo in cui nemmeno le leggi della fisica si applicano alla Russia. Nelle sue parole si può sentire chiaramente l’eco delle politiche ridicolmente squilibrati del Politburo, politiche che hanno spinto l’URSS nella pattumiera della storia
Putin si lamenta per la scarsa comunicazione tra gli Stati Uniti e la Russia, ma mentre lui sfrutta l’ospitalità del New York Times,  non offre l’accesso a giornali russi controllati dallo Stato o alla TV in modo che gli Stati Uniti possano argomentare contro di lui.
Putin sostiene che gli Stati Uniti e la Russia erano alleati contro i nazisti, ma ignora il fatto che gli studenti russi studiano a scuola una storia diversa, una Germania nazista sconfitta SOLO dalla Russia.
Sottolinea l’importanza delle Nazioni Unite, poi minaccia di distruggere l’istituzione se gli Stati Uniti non eseguiranno gli ordini della Russia. Apprezza il Consiglio di sicurezza, ma la Russia ha ignorato il Consiglio di Sicurezza quando invase la Georgia nel 2008 e quando bombardò la Cecenia nel 1999.
Egli afferma che il Papa si oppone all’intervento degli Stati Uniti in Siria, ignorando il fatto che la Russia ha il suo papa e reprime sistematicamente ogni religione, compresa qualsiasi religione cristiana, che non segue gli insegnamenti del capo religioso russo.
Egli avverte che attaccare la Siria potrebbe “scatenare una nuova ondata di terrorismo”, ignorando il fatto che il sostegno russo per Hezbollah, l’Iran e la Siria ha giocato un ruolo significativo nella vecchia ondata di terrorismo che gli americani hanno combattuto per anni.
Putin ignora completamente alleanza della Russia con la Siria, i suoi vasti profitti dalla vendita di armi e il fatto che la Siria è uno degli ultimi avamposti della Russia in Medio Oriente. Scrive come se fosse interessato solo alla pace nel mondo. Le sue osservazioni fanno eco a quelle di Hitler dopo l’invasione della Polonia .
Putin sostiene che da quando al Qaeda è una delle forze che si oppongono al governo siriano, gli Stati Uniti dovrebbero appoggiare quel regime assassino e aiutarlo a uccidere centinaia di migliaia di civili siriani, ignorando il fatto che al Qaeda sia in minoranza. Putin ha mentito spudoratamente sulle osservazioni di John Kerry su al Qaeda, dicendo Kerry ha sostenuto che non esisteva in Siria, mentre in realtà ha semplicemente detto che non stava crescendo in forza. Il suo bisogno di mentire la dice lunga sulla validità della sua posizione
Putin sostiene che la Russia ha “sostenuto un dialogo pacifico fin dall’inizio” in Siria , dimenticando di dire ai lettori del Times che la Russia ha sostenuto la Siria con le armi fin dall’inizio, le armi che il regime ha usato per uccidere decine di migliaia di civili innocenti. Le armi chimiche che la Siria sta usando sono anche di origine russa.
Putin saluta il potere di ” diritto internazionale”, la stessa legge che la Russia ha arbitrariamente trascurato quando ha annesso l’Ossezia e l’Abkhazia nel 2008.
Putin dice che c’è “ogni ragione di credere” che il gas sia stato utilizzato dai ribelli siriani, non dal regime, ma non cita uno straccio di prova. L’unica “prova” che Putin abbia mai menzionato è la logica:  il regime non avrebbe usato armi chimiche a meno che non stesse perdendo malamente sul campo di battaglia. Gli Stati Uniti devono avere le prove, ma Putin non ne ha bisogno.
Putin sostiene che deve essere lui a dare consigli agli Stati Uniti su un proprio “interesse a lungo termine” ma la Russia non vuole consigli dagli americani e l’odio palpabile di Putin verso tutto ciò che è americano rende tali affermazioni ancora più ridicole. Egli sostiene che non vuole “milioni di persone in tutto il mondo” che vogliano stare alla larga dalla leadership americana, ma in realtà è esattamente ciò che Putin vuole e per cui lavora da dai suoi primi giorni di potere. Lui è una spia del KGB, dopo tutto.
Secondo Putin, gli Stati Uniti avrebbe dovuto seguire la Russia e aver fatto di tutto per lasciare dittature omicide in Egitto, Afghanistan, Iraq. Sarebbe piaciuto a Putin, dal momento che l’influenza russa nel mondo diminuisce ogni volta che dittatori amici della Russia cadono.
La preoccupazione di Putin verso le “vittime civili” è assurda. Putin totalmente non ignora solo i fiumi di sangue del regime siriano, ma anche le vittime civili in Cecenia e in Georgia, incurante delle preoccupazioni internazionali .
Putin sostiene che attaccare la Siria indurrà regimi analoghi a cercare “la Bomba” per difendersi dagli attacchi  ignorando il fatto che la Russia sta inondando l’Iran con la tecnologia nucleare e tutti i tipi di armi, tra cui missili sofisticati, respingendo l’indignazione internazionale .
Putin sostiene un piano in base sulle  armi chimiche siriane, ma si rifiuta di supportare una risoluzione Onu vincolante, che avrebbe posto gli standard chiari su quali sarebbero stati i passaggi di consegne e chiedere un’azione militare per fare rispettare il vincolo. Questo perché mossa di Putin è solo una manovra dilatoria, non un vero e proprio sforzo per tenere a freno il regime di Assad.
Poi viene la madre di tutte le frottole neo- sovietiche. Putin scrive: “Il mio rapporto di lavoro e personale con il presidente Obama è segnato dalla crescente fiducia”. La verità è che Putin non ha alcun rapporto con Obama, il rapporto è finito quando Putin ha dato asilo a Edward Snowden e Obama ha risposto snobbando Putin al vertice del G -20 e incontrando un gruppo di attivisti omosessuali.
Putin conclude sostenendo che è “estremamente pericoloso” l’atteggiamento americano di considerarsi eccezionali, perché ” Dio ci ha creati uguali, ma Putin presiede una società fondata sulla diversità sessuale, razziale, religioso, una società che si considera  molto più eccezionale di quanto gli Stati Uniti abbiano mai sognato di essere.  Quando Putin dice che è “estremamente pericoloso” è pericoloso per la Russia, che non ha alcuna speranza di vincere una concorrenza leale contro gli Stati Uniti, in modo che Putin deve tessere una ragnatela di distorsioni, proprio come è stato fatto in URSS, nella speranza di indebolire e sostituirsi agli Stati Uniti .

Milano, presidio per la libertà dei prigionieri politici e per la fine della repressione

expo2015 annaviva russiaVenerdì 30 novembre a Milano alle 17.30, in via Dante sotto la bandiera della Federazione Russa per l’Expo ci sarà un presidio in solidarietà con la sinistra e i democratici in Russia per la libertà dei prigionieri politici e per la fine della repressione organizzato dalla Sinistra Critica di Milano.

Trasmettiamo il comunicato:
ОСТАНОВИТЬ ПОЛИТИЧЕСКИЕ РЕПРЕССИИ В РОССИИ!

Exposizione delle libertà in Russia!

Il presidente russo Vladimir Putin inaugurava il suo terzo mandato… inaugurando allo stesso tempo una nuova e pesante ondata repressiva, questa volta contro l’opposizione di sinistra e democratica, dopo i casi più conosciuti della detenzione del gruppo punk-femminista delle Pussy Riot e prima ancora dei suoi avversari politici personali.

Dopo le manifestazioni di protesta del 6 maggio scorso – quando la polizia ha pesantemente caricato le dimostrazioni pacifiche e autorizzate, diversi dirigenti socialisti sono stati arrestati in Russia: in particolare Sergei Udaltsov e Leonid Razvozzhayev, dal “Fronte di Sinistra”, e Konstantin Lebedev del “Movimento Socialista Russo”, con l’accusa di “complotto” e di organizzazione dei “disordini di massa” di quelle manifestazioni. Non sono state però le uniche persone ad essere arrestate, e nella loro detenzione torturate e/o picchiate: informazioni maggiori si possono trovare su

http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it/news/la-repressione-di-putin

http://6may.org/en/

http://www.politzk-ru.org/taglist.html?tag=eng&key=tags

Questa ondata repressiva è solamente un episodio della gestione del governo da parte di oligarchi intorno a Putin e i suoi soci, della più generale mancanza di reali libertà politiche e civili (che colpiscono in particolare le persone Lgbt), dell’intolleranza verso qualsiasi opposizione politica e sociale.

Nella città dell’Expo2015, dove le “mille bandiere” dei paesi partecipanti accolgono i visitatori del centro della città, vogliamo raccontare cosa avviene sotto la bandiera della Federazione russa: per questo omon polizia russiamanifestiamo – proprio sotto la bandiera russa in via Dante, venerdì 30 novembre dalle 17.30 – per l’immediato rilascio dei prigionieri politici e di tutte le persone arrestate per la partecipazione alle manifestazioni di protesta dello scorso maggio; la fine di ogni processo basato sulle accuse di “sommossa”, palesemente infondate; un giusto e indipendente processo per chi è accusato di “violenza contro pubblico ufficiale” per aver resistito ad arresti illegali.

Basta con la repressione politica nella Federazione Russa

Basta con l’impunità per le autorità e le forze “dell’ordine”

Libertà per gli arrestati per le manifestazioni in piazza Bolotnava

Libertà per tutti le prigioniere e i prigionieri politiche/i

ОСТАНОВИТЬ ПОЛИТИЧЕСКИЕ РЕПРЕССИИ В РОССИИ!

Stop political repression in Russia!

Sinistra Critica – movimento per la sinistra anticapitalista – Milano

17 settembre #FREEPUSSYRIOT

#FREEPUSSYRIOT. STRATEGY 17

Un mese esatto fa, il 17 agosto, la condanna delle Pussy Riot. Per le tre ragazze del gruppo punk femminista il concerto anti-putiniano nella Cattedrale del Cristo Salvatore è costato 2 anni di lavori forzati.

Nella Russia di Stalin le tre ragazze sarebbero sparite nel nulla. Mariti e fidanzati le avrebbero disconosciute. Genitori e fratelli le avrebbero accusate di aver tradito il popolo sovietico.

Nella Russia di Putin hanno subito una condannano esemplare. Prima cinque mesi di carcerazione preventiva. Poi una condanna a due anni di colonia penale. Colpirne tre per educarne cento.

Quell’opposizione alla tirannide putiniana che in questi mesi ha rialzato la testa. Cortei oceanici, flash mob, occupazione e infine gli scontri del 6 maggio in Bolotnaja, l’acquitrino davanti al Cremlino. Lo stesso metaforico acquitrino da cui i gruppi anti-putiniani (che vanno dai comunisti al liberali, dai socialisti ai libertari) cercano di tirar fuori la Russia.

Le Pussy Riot, con le loro calzamaglie, con le loro balaclave colorate rappresentano un simbolo, un simbolo di ribellione, di pacifica rivolta, di indignazione.
È la stessa maschera di V per Vendetta adottata da Ows.
Arrestate delle persone. Ma non potete arrestare dei simboli.
Chiunque indossi la balaclava diventa una Pussy Riot. Dice no al regime liberticida e repressivo.
Per questo oggi, 17 settembre, Annaviva lancia la sua seconda mobilitazione per le Pussy Riot.
Dopo essere stati in via Dante a Milano il giorno della sentenza, questa sera militanti dell’associazione nata per ricordare Anna Politkovskaja hanno messo le balaclave colorate ad alcune statue milanesi: su quella a Indro Montanelli ai Giardini pubblici, su quella a San Francesco in via Moscova e su quella di Giuseppe Mazzini in Piazza della Repubblica a Milano
Simboli per dire che non abbiamo dimenticato.
Ogni 17 del mese saremo da qualche parte.
Per non far dimenticare nessuno.

No pasaran!! #FREEPUSSYRIOT

English Press Release

Милан, Италия: в знак протеста против ареста группы Пусси Райот, бойцы из Милана надели балаклавы на три известные статуи в северном Итальянском городе.
Сегодня, 17 августа, ассоциация Аннавива запустила вторую волну акций поддержки Пусси Райот. После организованного марша на вия Данте в Милане в день вынесения приговора группе, сегодня ночью в Милане организаторы Аннавива наденут цветные балаклавы на статую усопшего журналиста Индро Монтанелли в городском парке, названном в его честь. Еще одна балаклава была надета на Святого Франсиса на вия Москова, а третья на на статую Мадзини на площади Реппублики.
Ровно один месяц назад, 17 августа, три девушки из феминистической панк группы Пусси Райот были приговорены к двум годам колонии за их выступление против В.В.Путина в храме Христа Спасителя в Москве.
Во времена Сталина три девушки бы просто пропали без вести. Мужья бы перестали иметь с ними что-то общее. Родители и семьи обвинили бы их в предательстве советских принципов.
В Путинской России Пусси Райот были использованы как пример: пример, который должен был предостеречь остальных. Прежде чем начался судебное слушание, девушки были продержаны взаперти в течении 5 месяцев. Затем Русское правосудие приговорили их к двум годам колонии. Все это, очевидно, служило способом напугать их троих, одновременно запугивал сотни из соотечественников.
Путин хочет вытоптать всякую оппозицию его диктатуре. Массовые протесты, флеш мобы, оккупаи и, наконец, протест Болотной шестого мая. Именно из болота пытаются достать Россию анти-путинские группы от коммунистов до либералов и социалистов.
Пусси Райот с их вырви-глаз колготками и балаклавами символизируют собой протест и негодование без насилия так же, как В как Вендетта символизировали оккупай Уолл Стрит.
Люди могут быть арестованы и закрыты за семью дверями, но символы нельзя заглушить.
Все, кто надевает на себя балаклаву, становится одним из Пусси Райот, и заявляет свое несогласие с репрессивным режимом, который пытается задушить свободу слова.
Мы использует эти символы, чтобы показать, что мы несогласны.
Каждый 17 день месяца мы будем где-то.
Никто не будет забыт.
No Pasaran! #FREEPUSSYRIOT

Sistema Putin 3.0, pronto!

[Traduzione  di Cristian Zinfolino per Bibrinews da Novaja Gazeta]

Il regime politico 2012 è stato formalizzato in maniera legislativa. Per due mesi, trascorsi dopo l’insediamento di Vladim Putin, il nuovo vecchio presidente ha costruito un chiaro sistema di lotta pseudolegale con tutte le alternative politiche che possono venir fuori dalle sue pulizie domestiche. Il quadrilatero composto da: “la legge sui comizi; la legge sugli agenti stranieri; la legge sulla diffamazione; e la legge sull’informazione” comprende tutti i pensieri, le dichiarazioni e le azioni possibili senza censura. il suo “riquadro” è stato creato per coloro che scendono in piazza, per coloro che si occupano di azioni civili. Qualsiasi critica all’autorità nella sfera pubblica o su internet, ora si può tradurre facilmente sul piano giuridico-penale.

Tre componenti del gruppo durante la seduta in tribunale
Pussy Riot
Questo disegno pseudolegale del nuovo sistema putiniano viene completato da almeno due elementi: le crudeli e scarsamente motivate repressioni, sfera di responsabilità delle forze dell’ordine e soprattutto della Commissione d’Inchiesta che possiede degli strumenti interni molto efficaci, perquisizioni e sequestri. E la pratica totalmente ideologica fondamentalista delle repressioni da parte dell’ortodossia politica. Di tutto questa nella legge non c’è traccia, ma l’atto d’accuso nel processo Pussy Riot si può considerare un precedente, intrapreso delle forze dell’ordine e dalle autorità giudiziarie verso lo show delle cantanti: d’ora in avanti non si possono toccare più neanche gli ortodossi perché qualsiasi gesto ostile verso questa direzione verrà considerato un sovvertimento, penalmente punibile, “delle antiche fondamenta della Chiesa Ortodossa” (queste è una citazione!).
Praticamente, ora abbiamo un codice penale non laico che viene usato dagli organi inquirenti, ed è stata pensato proprio da loro un tipo di “Sharia ortodossa”.
Il sistema Putin 3.0 è stato creato molto rapidamente. Ciò significa che: coloro che lavorano sulla legislazione repressiva non dormono la notte e includono tutte le risorse creative dei “volodinec“. Il passaggio delle leggi e, esprimendoci in maniera delicato, il comportamento completamente marcio delle fazioni d’opposizione” suggeriscono che nel broglio delle elezioni è stata eletta anche una falsa opposizione.
L’attuale Duma, probabilmente, è la peggiore di tutte. I suoi simboli, i suoi “operai e contadini del Kolchoz” sono i deputati Sidjakin e Jarovaja. Tutte le altre questioni sono analizzate dagli antropologi politici: solamente gli scienziati possono trarre conclusioni riguardo alla formazione di un  nuovo tipo di uomo come esempio di deputati dell’Assemblea Federale 2012.
Valutando il tutto, il nuovo sistema ha stabilito anche cosa farà in ambito economico. Proprio niente. Questo è ben visibile dalla riforma delle pensioni, il cui significato è quello di respingere il sistema di accumulo pensionistico e tornare al sistema di distribuzione sovietico. Già tra qualche anno questo porterà al collasso del Fondo Pensioni e ad un coefficiente di sostituzione (rapporto tra l’ammontare della pensione e quello dello stipendio del cittadino) molto basso. Questo è quello che sarà dopo, l’attuale governo intende vivere l’oggi secondo la logica della marchesa di Pompadour (il cui sapore piccante è stato alimentato dall’alluvione di Krymsk): “Apres nous le deluge!”, dopo di noi il diluvio!
In generale, il sistema “Putin 3.0” si è presentato avendo fermato le iniziative dell’opposizione. Il rating elettorale dello stesso Putin (secondo i dati FOM, Fondazione Opinione Pubblica) si è fermato ai livello della scorsa estate (47%), ma in precedenza era sostanzialmente più alto rispetto agli indicatori del dicembre 2011 (43%, minimo storico). La palla è dalla parte del campo del movimento di protesta.

Amicizia Italia-Russia: morto un Berlusconi, se ne fa un altro

La politica estera targata ENI/Farnesina fatta di baci e abbracci con la Russia di Putin III prosegue.
Accantonata (per sempre?) l’epica amicizia tra Vladimir e Silvio (unico esempio al mondo di “statista” che usa il giubbotto militare di un altro paese, quello russo ovviamente) ora è il turno di Mario Monti.
Il cosiddetto governo tecnico si è affidato a Scaroni per delineare la (solita) linea diplomatica verso la Russia: soldi, gas e petrolio.
E pazienza per i diritti umani, per gli omicidi dei giornalisti, il pugno di ferro contro le opposizioni.
C’è chi apprezza questa “strategia”:
http://www.meridianionline.org/2012/07/24/in-russia-monti-rafforza-la-partnership-col-cremlino/
Annaviva no.

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A tre anni dall’omicidio di Natasha Estemirova. Annaviva non dimentica

Due anni fa, in occasione del primo anniversario dell’omicidio di Natasha Estemirova, scrissi un articolo per Articolo21 immaginando che per una volta le autorità russe facessero il loro dovere e arrestassero colpevoli e mandanti. Mi ero ispirato all’introduzione scritta da Adriano Sofri della raccolta di scritti di Anna Politkovskaja “Proibito parlare”, nel quale raccontava una presenza di tutti i potenti russi (e del mondo) alle esequie della giornalista russa: in realtà non vi partecipò nessun vip della Russia di Putin (né del mondo cosiddetto libero, salvo il buon Marco Pannella).
Due anni fa, non solo le autorità russe non fecero il loro dovere, ma misero in moto la macchina della propaganda: il principale collaboratore di Putin, Dmitri Medveved (gli ha tenuto in caldo la seggiola al Cremlino per quattro anni) annunciò infatti al mondo che erano stati “individuati i killer della Estemirova”.
Io rimasi allibito. Quale presidente di un “paese normale” annuncia che sono stati individuati dei killer di una giornalista e attivista dei diritti umani senza averli prima arrestati (anzi, fatti arrestare)?
La mossa appariva solo come una macchinazione propagandistica per non interrompere il sogno della “nuova Russia” di Medvedev che tanto è piaciuta in Occidente (come non dimenticare il surrale “patto del sandwich” con Obama?).
In realtà Medvevev bluffava, ma tutta la stampa mondiale gli diede corda titolando acriticamente, proprio il giorno dell’anniversario, 15 luglio 2010, “Individuati i killer della Estemirova”.
Sono passati altri due anni, ma le indagini devono essersi perse per strada. Eppure non dovrebbe essere difficile per un regime che fa della forza militare e poliziesca il suo biglietto da visita, individuare chi rapì in Cecenia l’esponente dell’ong Memorial, attraversò con lei a bordo cinque posti di blocco e un confine per lasciarla, qualche ora dopo, in Inguscezia, uccisa a colpi di pistola.
Ma che cosa si può pretendere da questa Russia odierna?
Medvedev è tornato a guidare il governo e quindi continua a eseguire gli ordini di Putin. Questo d’altronde, mentre il mondo è più distratto del solito dalla crisi economica, sta stringendo ancora più i bulloni di una repressione che assomiglia sempre più a una tirannide personale: prima le limitazioni alla libertà di manifestare, poi ai finanziamenti stranieri alle Ong (che molti russi hanno timore a sostenere per rischi di ritorsione) e infine maggiori controlli alla libertà di navigare in rete. Questi tre sono d’altronde i principali strumenti con cui si muove la sempre più forte opposizione (politica e sociale) al putinismo (che tra poco tornerà in piazza, dopo gli incidenti del 6 maggio).
Chiedere a questo governo, a questa giustizia, a questa classe politica che governa la Russia, da tre lustri, giustizia per Anna Politkovskaja, Natasha Estemirova e per tutte le vittime innocenti della Russia di Putin sembra un inutile esercizio di stile.
La speranza è che, quando il regime crollerà, qualcuno vorrà occuparsi di tutti questi casi, vorrà dare nomi e volti agli assassini. E sopratutto ai loro mandanti.
Annaviva comunque non dimenticherà chi ha finto di fare indagini, chi ha finto di dimenticare quelle coraggiose e quei coraggiosi che si esposero e che pagarono con la vita.
Andrea Riscassi

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