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A Trieste una via per Anna Politkovskaja?

[Il Piccolo, 13 marzo 2012] Il 27 febbraio il Consiglio Comunale di Milano ha approvato all’unanimità una mozione per dedicare una via, una piazza della città ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006.

La mozione ricorda “l’alto valore morale e simbolico della figura di Anna Politkovskaja, conosciuta in tutto il mondo per il suo impegno per i diritti umani, per le sue testimonianze dalla Cecenia e la sua fiera opposizione a ogni forma di sopruso e ingiustizia. Anna Politkovskaja ha rappresentato a livello mondiale il giornalismo del coraggio, della ricerca della verità e della dignità”.
Nel suo giornale, la Novaja Gazeta, Anna aveva denunciato l’autoritarismo di Putin, le violazioni durante le guerre cecene, la violenza nell’esercito, la corruzione e brutalità della polizia. Era stata arrestata, minacciata di morte, avvelenata.

Il 4 marzo, il giorno prima delle elezioni presidenziali, incontro a Mosca, con alcuni osservatori dell’associazione Annaviva, la figlia Vera. Il clima è cambiato, a differenza delle altre elezioni la gente si sente protagonista e reagisce. E’ un fenomeno nuovo ma limitato alle grandi città dove l’uso di internet è diffuso; fuori dalle grandi città ci si affida ancora alle autorità, ai datori di lavoro e loro suggeriscono Putin. E qui la sua campagna elettorale, “se non sarò eletto, il paese crollerà”, fa presa. Chiedo a Vera se il processo per l’assassinio di sua madre ha fatto dei passi avanti, se sono stati individuati i mandanti, ma la risposta è negativa; preoccupata, ricorda le parole di sua madre, “la rivoluzione in Russia non sarà mai bella”. E’ venuta con la giovane figlia, di Anna vorrebbe passarle il senso di giustizia, che seguisse come lei quello che ti dice il cuore. 

Alla Novaja Gazeta entriamo nella stanza dove lavorava Anna Politkovskaja; c’è il suo ritratto, la scrivania, il computer, la cassettina della posta “per le lettere tanto attese e le buone notizie”. Il vicedirettore Vitaly Yaroshevsky ci accoglie dicendo che il nostro interesse per Anna è per loro molto importante. La vittoria di Putin non sarà una tragedia, è nato un movimento di opposizione di massa che nessuno si aspettava, il regime è spaventato ma non si prevede un’ulteriore involuzione autoritaria. La primavera russa, se così vogliamo chiamarla, non si può paragonare a quella araba, troppo distante e diversa, ma a quella arancione in Ucraina, che però era politica e aveva un leader.

La nuova Russia la incontriamo con il blogger Philipp Dzyadko, il giovane direttore della rivista Bolshoi Gorod (Grande Città), consultata da 300.000 utenti. Il suo lettore tiposapeva di Anna Politkovskaja, di Mikhail Khodorkovsky, di come funziona il sistema giudiziario in Russia ma considerava inutile partecipare. Ora, inaspettatamente, il clima è cambiato e le persone che scendono in piazza, decine di migliaia, sono convinte che dipende da loro, che stanno facendo la storia.

Attuiamo un blitz simbolico. Andiamo nei giardini di Komsomolskij Prospekt, nel centro di Mosca per mettere le foto di Elsa Kungaeva e Anna Politkovskaja accanto al monumento, eretto poche settimane fa, a ricordo del colonnello Yuri Budanov. Responsabile dell’assassinio, e presumibilmente dello stupro, della giovane cecena Elsa Kungaeva, Budanov fu condannato a nove anni di prigione, rilasciato un anno prima, assassinato poi da sconosciuti, probabilmente ceceni.

Roma, Ferrara, ora Milano. Il Comune di Trieste non vorrebbe dedicare una via, una piazza alla figura della grande giornalista russa Anna Politkovskaja?

Giuliano Prandini